Fmi parla di rischio bolla immobiliare in Cina

La Cina fa parte dei 25 Paesi sistemici, che accetta di farsi monitorare con cadenza quinquennale dal Fondo Monetario Internazionale, che ha pubblicato i risultati del suo Assessment Programm, condotto dal team di lavoro guidato dal responsabile Jonathan Fiechter. Nel rapporto, si legge che il sistema finanziario e bancario cinese è solido, ma presenterebbe alcuni punti di vulnerabilità, che il governo di Pechino farebbe meglio a considerare, per porvi rimedio.

Uno dei problemi più avvertiti dagli esperti che hanno condotto la loro ricerca è il progressivo deterioramento della qualità dei crediti, conseguenza a una politica molto espansiva dei prestiti prima del 2008, che ha generato molto credito, che ora rischia di collassare, sia per il timore di un crollo dei prezzi immobiliari, sia anche per la sua cattiva allocazione.

Il fatto è che ancora oggi il governo controlla il comparto bancario, che utilizza per trasmettere i suoi impulsi di politica monetaria, mentre le banche dovrebbero essere lasciate libere di finanziare secondo criteri commerciali e non politici, dice il rapporto. Inoltre, preoccupa nel breve periodo l’emergere del cosiddetto “shadow banking”, ossia di un sistema bancario parallelo, costituito da soggetti ed enti, che effettuano prestiti, pur non essendo banche.

Al momento, la politica creditizia ha permesso di ottenere alti risparmi e liquidità abbondante, ma il rischio è che si sia creata una bolla, che potrebbe esplodere con la possibile caduta dei prezzi degli immobili, a causa del fallimento di molti progetti edilizi.

Tuttavia, nel lungo periodo, l’Fmi prevede una maggiore offerta nel settore bancario e finanziario, che dovrebbe portare a una maggiore concorrenza tra le banche, con l’abbattimento delle inefficienze e una migliore allocazione del credito, specie con il ritiro del governo dalla sfera economica.

L’Fmi consiglia, infine, di evitare di intervenire con atti amministrativi al fine di regolare il credito (vedasi, ad esempio, le misure di variazione del coefficiente di riserva obbligatoria), bensì attraverso la regolazione dei tassi.

 

Impostazioni privacy