Allo studio in Germania una “exit strategy” dall’Euro

La CDU del cancelliere tedesco Angela Merkel, ha approvato una risoluzione che invita il Governo ad impegnarsi per redigere al più presto delle regole in Europa che permettano ad un Paese di lasciare l’Eurozona, senza uscire anche dall’Unione europea. In pratica se un Paese non volesse o non riuscisse a sostenere le regole sulla moneta unica, potrà andare via dall’Eurozona secondo le norme del Trattato di Lisbona, pur continuando a rimanere nell’Unione europea, e si vedrebbe attribuito lo stesso status dei Paesi che non hanno aderito all’euro.

Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha affermato che questa soluzione non viene approntata nell’ottica di “cacciare” qualcuno ma anzi per aiutare gli stati membri a decidere in autonomia, a seconda delle loro situazioni socioeconomiche locali, senza forzature.

Secondo Schaeuble, però, l’integrazione politica è possibile solo per i Paesi che stanno dentro l’Eurozona, avendo come obiettivo una comune politica fiscale, e gli aiuti al debito dei Paesi in difficoltà non possono continuare ad essere sostenuti attraverso la Banca centrale europea. Il vice ministro delle Finanze tedesco, Joerg Asmussen, ha fatto invece sapere che la Germania riattiverà il fondo di salvataggio Soffin per aiutare la ricapitalizzazione delle banche tedesche, ove necessario, anche se ha ricordato che per ricapitalizzarsi, le banche dovranno in primis contare su “azionisti e mercato”.

La Commissione europea, tramite il presidente Jose Manuel Barroso, dichiara invece (all’opposto del ministro Schaeuble) che la Bce “continuerà ad appoggiare gli interventi sul mercato bond” chiarendo che il ruolo della Banca centrale è anche quello di essere “responsabile per la stabilità finanziaria oltre che per la stabilità dei prezzi”. Barroso ha ribadito che proprio grazie al ruolo della Bce l’euro è una moneta “forte, stabile e credibile” e che in realtà non è mai stata messa davvero in discussione, rilanciando l’iniziativa degli eurobond come “naturale conseguenza” di una maggiore integrazione fiscale nell’Eurozona.

Il numero uno della Commissione ha concluso che è stato consegnato troppo potere alle agenzie di rating e che l’organismo che presiede proporrà l’eliminazione delle valutazioni per alcune transazioni finanziarie, aggiungendo che nonostante la dura opposizione di diversi Paesi, rimane allo studio l’introduzione di una imposizione fiscale su questo tipo di operazioni (cd. Tobin Tax).

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