Asta Bund fa flop e Bundesbank interviene

La crisi dei titoli di stato ha avuto un suo esito anche in Germania, dove ieri il governo federale doveva collocare 6 miliardi di Bund a dieci anni. I titoli hanno riscontrato la più bassa copertura della storia tedesca, per cui solo quasi 3,5 miliardi sono stati effettivamente acquistati dagli investitori, mentre i restanti 2,5 miliardi sono stati dovuti comprare dalla Bundesbank, che è dovuta intervenire in tutta fretta, dato il risultato fallimentare dell’asta.

I titoli sono stati collocati al tasso dell’1,98%, evidentemente ritenuto eccessivamente basso dagli investitori, che in queste settimane sono ormai abituati a rendimenti ben più alti altrove, con Italia e Spagna che arrivano ad offrire tassi sproporzionatamente alti persino per i BoT annuali, collocati ormai tra il 6% e il 7%.

E quanto accaduto ieri ha due ripercussioni molto pesanti. In primis, ciò evidenzia che per quanto sicuri, i Bund sono ormai quotati troppo alti sul secondario e Berlino si sta illudendo che i rendimenti delle aste possano essere quelli effimeri del grey market. Ciò significa, quindi, che il mercato primario suggerirebbe che quanto sta accadendo sul secondario è squilibrato. I titoli tedeschi non possono rendere così poco, ergo quelli degli altri stati starebbero rendendo troppo. Non è un caso che già da mesi alle aste tedesche ci sia penuria di domanda, anche se ieri il fatto è stato eclatante, mentre a quelle di stati come Italia e Spagna la domanda è sempre alta.

Seconda riflessione: l’intervento della Bundesbank è in contraddizione con il no tedesco all’acquisto della BCE dei bond governativi sul secondario. Qui, addirittura, si ha un acquisto diretto all’asta, cosa che i tedeschi hanno da sempre respinto anche solo come ipotesi. La conseguenza di quanto accaduto ieri è che oggi il cancelliere Angela Merkel potrebbe avere armi spuntate al vertice con i colleghi europei, riguardo al ruolo della BCE e sulla questione Eurobond.

 

 

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