I graffiti dei Sex Pistols conservati come reperti archeologici

Una serie di otto vignette disegnate da John Lydon, leader dei Sex Pistols, è stata ritrovata sui muri di un appartamento in un palazzo del diciannovesimo secolo su Denmark Street, in pieno centro di Londra. I graffiti sarebbero stati lasciati da Lydon mentre insieme agli altri Sex Pistols aveva affittato la casa verso la metà degli anni ’70, quando la band stava faticosamente emergendo dall’oscurità.

Secondo John Schofield, ricercatore del Dipartimento di Archeologia dell’Università di York, i graffiti dovrebbero essere trattati come testimonianze di un’importante momento di evoluzione culturale, e perciò conservati come reperti archeologici: “sono una diretta e potente rappresentazione di un movimento di ribellione”, ha dichiarato Schofield, “e degni di essere investigati allo stesso modo dei disegni lasciati dagli uomini primitivi nelle grotte di Lascaux, nel sud della Francia”.

I ricercatori hanno svolto un’analisi dettagliata dei contenuti dei graffiti e della loro importanza culturale, concludendo che, nonostante molti di essi possano essere considerati volgari e offensivi, la loro presenza rende l’appartamento un’importante sito storico ed archeologico. I graffiti raffigurano i quattro membri originari dei Pistols (oltre a Lydon, il chitarrista Steve Jones, il bassista Glen Matlock e il batterista Paul Cook), il manager Malcolm McLaren e altri membri del loro entourage.

Secondo Schofield, “i tabloid hanno dichiarato che la scoperta dei primi nastri dei Beatles alla BBC erano la più importante scoperta dai tempi della tomba di Tutankhamon. I graffiti dei Sex Pistols su Denmark Street sicuramente sono sullo stesso livello e – a nostra opinione – li superano per importanza.”

Seria analisi accademica o boutade provocatoria? Anche se è certa l’importanza avuta dal punk nel rivoluzionare la società a partire dagli anni ’70 ad oggi, forse è ancora presto per “piazzare una targa su questi posti”, come propone Schofield.

Nell’attesa di vedere cosa verrà deciso, riguardiamo insieme lo storico video di “God Save The Queen”.

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