Egitto, Fratelli Mussulmani dichiarano vittoria con il 40%

I dati delle elezioni politiche per 168 seggi di lunedì e martedì non sono ancora ufficiali e bisogna anche precisare che riguardavano la prima parte del complesso processo elettorale che si concluderà solo a gennaio, ma una cosa sembra già certa: il Partito della libertà e della giustizia, riferimento politico dei Fratelli Mussulmani, ha vinto il primo turno nel terzo dei 27 governatorati, ottenendo il 40% delle preferenze e riuscendo a fare eleggere già al primo turno numerosi suoi candidati. I salafiti di Al Nour, un blocco politico estremista islamico, che considera i Fratelli Mussulmani troppo moderati e che chiedono il boicottaggio dei rapporti con Israele, si sarebbero imposti al secondo posto, con il 27% dei voti. Il Blocco egiziano del magnate Naguib Sawiris, di inclinazioni laiche e liberali, si attesterebbe solo terzo e con solo il 16% dei voti.

Una sconfitta per i partiti laici, più filo-occidentali, che qualora i dati fossero ufficializzati, uscirebbero umiliati dalle elezioni politiche. Gli islamici, moderati e non, insieme avrebbero ottenuto almeno i due terzi dei voti e malgrado tra loro vi siano differenze non minime, sono destinati ad allearsi e a formare la nuova maggioranza di governo.

In città come Alessandria, non un ghetto rurale, i Fratelli Mussulmani avrebbero sfiorato il 50%, mentre i salafiti avrebbero ottenuto quasi un quarto dei voti. Nelle campagne, il voto per gli islamici è stato un vero trionfo, mentre il Blocco egiziano ha ottenuto qualche risultato dignitoso solo nei quartieri residenziali delle grandi città, dove abitano i più ricchi, segno della distanza siderale del loro programma dagli interessi e i sentimenti diffusi tra la stragrande maggioranza della popolazione.

Il voto è destinato a un secondo turno di ballottaggio, previsto per la prossima settimana, mentre gli altri turni sono previsti il 14 dicembre e il 3 di gennaio, con ballottaggi a una settimana di distanza da ciascuna data. Ma che gli islamici vadano verso un trionfo elettorale non è in dubbio, semmai alla vigilia ci si interrogava sulle dimensioni. E oggi possiamo affermare che pare che l’ampiezza della loro vittoria sia pari a quella riportata dagli islamici moderati di Ennahda in Tunisia, mentre più contenuta è stata quella del Pjd in Marocco, la scorsa settimana, con il 27%.

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