Roma, Luis Enrique appeso a un filo

E’ stata una partita condizionata dagli episodi, quella al Franchi di Firenze, dove la Roma ha subito l’ennesima onta stagionale. Una squadra che, dopo essere rimasta in dieci a causa di un erroraccio di Juan (rigore dubbio, ma il difensore si è fatto saltare come un giocatore della primavera, e non come un ex capitano verdeoro), non è stata mai in grado di reggere il peso di giocare con l’uomo in meno, e nonostante il possesso palla ossessivo e fine a sé stesso, non ha dato mai l’idea di voler creare un gioco.

Che si perda una partita con l’uomo in meno, d’altronde, ci può stare, ma perderla senza mai provare seriamente a ribaltare il risultato, con leziosismi scialbi, e un possesso palla lento e poco creativo, tutto sviluppato in orizzontale, inizia a diventare grave, per un allenatore che dovrebbe aver dato un’impronta di gioco dopo 5 mesi. Come se non bastasse, però, i giocatori giallorossi, si sono fatti prendere dall’isteria collettiva, finendo la partita in otto, e compromettendo, di fatto, anche la partita con la Juve di lunedì prossimo, da giocarsi senza Burdisso, Juan, Kjaer, Gago e Bojan.

Luis Enrique ora deve provare il tutto per tutto e convincere una piazza fino ad ora paziente, ma che inizia a dare i primi segni di cedimento. I risultati, d’altronde, sono pessimi: dopo l’uscita contro lo Slovan in Europa League, sei sconfitte in campionato.

L’ombra di Ancelotti inizia a farsi sempre più consistente, secondo molti guru dell’informazione. Saprà scacciarla Luis Enrique e tornare l’idolo della piazza romana?

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