Potrebbe essere ricordato come l’ultimo treno perso per l’Europa il vertice che si tiene oggi e domani per il Consiglio Europeo, su cui si sono addensate le speranze delle ultime due settimane, tanto da fare restringere notevolmente lo spread tra i titoli periferici e semi-periferici e quelli tedeschi.
Eppure, nelle ultime ore, il pessimismo sembra prevalere su qualsiasi altro sentimento, da quando ieri non è stata battuta un’agenzia, in cui si riportava un certo scetticismo del governo tedesco sull’esito dei colloqui della due giorni.
Non solo la Germania. Anche la Francia di Sarkozy ha emesso dichiarazioni allarmanti, vuoi per fare pressione sui tedeschi, vuoi anche a dimostrazione della gravità della situazione. Il ministro per gli affari esteri di Parigi, Leon Panetti, ha avvertito che l’euro può esplodere e ciò non porterebbe al tracollo della sola Francia o Europa, ma le ripercussioni sarebbero disastrose in tutto il mondo.
Francia e Germania potrebbero oggi presentare una bozza per la revisione dei Trattati, ma a meno che non ci siano sorprese, le previsioni sono per un inasprimento delle sanzioni verso chi trasgredisce il Patto di Stabilità e per una governance più snella e idonea a governare i 27 stati dell’Unione.
Nulla di più. Non una proposta di rottura per ridare credibilità all’Eurozona e riportare in carreggiata i mercati dei bond nazionali. Nulla di tutto questo, con il rischio che neppure le proposte franco-tedesche possano essere approvate, data non solo l’annunciata ostilità della Gran Bretagna, che vorrebbe la salvaguardia dei propri interessi, ma anche nella stessa Area Euro, il piano di Parigi e Berlino appare un accordo solitario e cucito su misura per i due, senza nemmeno offrire la parvenza di un qualche beneficio agli altri.