Un Natale ecologico. Parte 1

Oggi molte famiglie italiane sono alle prese con la preparazione dell’albero di Natale, emblema delle feste natalizie, ma quanto incide questa festa tanto amata da adulti e bambini sul nostro pianeta?

In realtà, nel giorno in cui dovremmo essere più “buoni”, siamo estremamente dannosi per la terra.  Il Natale, infatti, è la festa con maggiore impatto ambientale.

Carte, sacchetti, involucri di plastica, tonnellate di cibo avanzato, regali inutili e molto altro sono l’eredità che ogni anno ci lascia il Natale e lo spreco con cui salutiamo il nuovo anno.

Ma allora come fare per vivere un Natale senza infliggere un duro colpo all’ambiente? La soluzione è molto semplice: basta seguire dei piccoli consigli.

Ci sarà capitato di ritrovarci tra mille scatole e cartoni dopo aver scartato i regali in famiglia e chi possiede un cane o meglio ancora un gatto, saprà che l’occasione si può trasformare in un ottimo momento di gioco, ma dopo resta il rimorso di aver sprecato ingenti quantità di carta. Per evitare questa sensazione, normale nelle persone più scrupolose, e non privarsi del bel momento, potremmo usare carta riciclata o riutilizzare buste che abbiamo già in casa, magari del Natale precedente.

La scelta dell’albero di Natale rappresenta il momento cruciale. In molti sostengono che non sia giusto comprare un albero vero, perché a meno che non si disponga di un camino, questo finirà in discarica; altri invece credono che sia più dannoso comprarne uno finto, dal momento che la maggior parte degli alberi di Natale vengono prodotti in Cina, con materiali che comprendono varie leghe metalliche e plastiche pvc e pet., producendo 23 chilogrammi di CO2 per albero e impiegando 200 anni, prima che i materiali vengano smaltiti. Ma allora come e dove procurarsi l’albero di natale?

Un’idea interessante viene dall’azienda svedese IKEA, la quale da qualche anno offre la possibilità di prendere in prestito l’albero di Natale. L’anno scorso gli alberi restituiti sono stati 21.007, circa il 47% di quelli venduti e per ognuno di essi sono stati devoluti 3 euro al WWF, contribuendo ad un progetto nell’Appennino centrale tra Lazio e Abruzzo, destinato alla salvaguardia dell’orso bruno marsicano.

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