Congo, Kabila rieletto presidente. Tshisekedi contesta risultati

Joseph Kabila è stato rieletto presidente della Repubblica Democratica del Congo con il 49% dei voti, contro il 32% del suo sfidante diretto Etienne Tshisekedi. Sono questi i dati della Commissione elettorale di Kinshasa, che parlano di una partecipazione al voto del 58,8% degli aventi diritto. Quindi, Kabila è riuscito a ottenere un secondo mandato, dopo quello del 2006, quando avvenne la sua prima elezione, anche se guida il Paese dal 2001, anno in cui assunse il potere dopo l’uccisione del padre Laurent-Désiré. Tuttavia, lo stato africano rischia di piombare in una crisi politica dilaniante, perché Tshisekedi contesta apertamente il risultato e si è autoproclamato presidente, sostenendo di avere riportato un po’ ovunque la maggioranza dei voti validi. Adesso il risultato dovrà essere certificato dalla Corte Suprema il prossimo 17 dicembre, mentre il giuramento del presidente è previsto per il 20 dicembre.

Già durante il voto del 28 novembre si erano registrati diversi episodi di violenza e alcuni seggi erano stati dati alle fiamme. Violenze anche dopo le elezioni, per via delle contestazioni degli avversari di Kabila e gli scontri tra manifestanti e polizia.

Secondo Human Rights Watch, sarebbero 18 i morti e almeno cento i feriti del processo post-elettorale, ma il presidente in carica contesta che la polizia abbia ucciso civili. Ad ogni modo, sembra sfumare il sogno di un lento ritorno alla normalità e a un contesto di riappacificazione nazionale, dopo le due guerre del 1996-1997 e del 1998-2003. Cinque anni fa, Kabila fu eletto proprio per le sue promesse di pace nello stato da poco uscito dalla guerra.

Gli osservatori internazionali che hanno monitorato il voto parlano di brogli in molti seggi, ma non hanno chiesto l’annullamento del voto, cosa che richiedono a gran voce tutti gli oppositori di Kabila, che una settimana fa si sono riuniti per discutere su un percorso comune contro il presidente. Una conferenza stampa incendiaria di Thsisekedi, in cui il candidato si era proclamato vincitore delle elezioni, aveva scatenato sia le polemiche che gli scontri tra le parti.

Tuttavia, non pare che vi sia una reazione di contestazione di massa al risultato. Finora le violenze si sono limitate a qualche quartiere, mentre l’esito della Corte Suprema non viene considerato da Tshisekedi obiettivo, perché non ne riconosce l’indipendenza di giudizio.

Impostazioni privacy