Monti convoca i sindacati. Parlamentari: rinvio tagli alla casta

Monti convoca i segretari dei sindacati per questa sera; intanto salta il taglio delle indennità parlamentari. In serata il Presidente del Consiglio, Mario Monti, riceverà i segretari  Susanna Camusso, Luigi Angeletti, Raffaele Bonanni e Giovanni Centrella, per un incontro “informale”. I sindacati avevano richiesto espressamente un incontro col Premier, alla luce anche dello sciopero generale di 3 ore indetto per domani, accompagnato dai presidi dei lavoratori davanti alle Prefetture. «Per decidere se si revoca o no uno sciopero, ci vorrebbero delle risposte», ha dichiarato la Camusso. Anche Bonanni ha ribadito lo stesso concetto:  «Si farà senz’altro, se il premier non garantirà equità nella manovra».

I sindacati richiedono degli ampi rimaneggiamenti alla manovra di Monti, chiedendo che sia rispettato il principio dell’equità. Punto cruciale sono ovviamente le pensioni, sulle quali i sindacati vorrebbero un confronto diretto con il governo, prima che quest’ultimo decida di approvare o meno le misure programmate. Il ritorno dell’Ici e le novità sull’Irpef non vanno a genio ai sindacati, come anche l’aumento dell’Iva e del carburante. Ciò che ha deluso più di tutto però è che a fronte di tutte queste misure non ci sia stato un intervento sui patrimoni.

Novità anche per la casta: la maggioranza presenterà un emendamento per abolire il comma 7 dell’articolo 23, cioè il provvedimento che prevedeva una riduzione dei compensi dei parlamentari, per “livellarli” al guadagno medio dei colleghi europ3i. Il problema sorge in pratica perchè era stata istituita un’apposita commissione, guidata dal presidente dell’Istat Enrico Giovannini, che aveva il compito di calcolare l’indennità media dei parlamentari europei, prima di procedere ai tagli. Bisognerà quindi attendere che si concludano i lavori, visto che, riprendendo le parole di Angelino Alfano, il governo «non può intervenire per decreto nell’ambito di questioni che sono di esclusiva competenza delle Camere».

A quanto pare il termine entro il quale la commissione di Giovannini dovrà dare i suoi risultati è il 31 Marzo: da allora il Parlamento avrà 30 giorni per decidere sul da farsi. Antonio Borghesi dell’Idv ha già attaccato il dietrofront del Parlamento: «La casta non prenda in giro gli italiani, soprattutto di questi tempi». Anche Matteo Renzi, via Facebook, ha detto la sua: «Spero sinceramente che si tratti di una bufala. Ma è davvero possibile che i parlamentari italiani stiano cercando di far saltare dalla manovra la parte che riguarda il loro (piccolo) contributo ai sacrifici?».

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