Gancia diventa russa, bollicine volano a Mosca

L’azienda di spumante italiano Gancia non ce l’ha fatta e si è dovuta arrendere alla concorrenza globale, in cui esistono giganti contro cui nulla poteva la famiglia titolare del marchio storico nazionale. E così, il re della vodka, il russo Roustam Tariko l’ha comprata per 100 milioni, compresi i 30 milioni di debito, rilevando il 70% del capitale, mentre il 30% resta nelle mani dei Gancia, ma su cui, tuttavia, esiste un diritto di acquisto dello stesso Tariko.

La società era in difficoltà da un paio di anni, con perdite accumulate per 10,5 milioni e debiti che ammontavano alla fine di settembre a 35 milioni di euro. Per questo, tutti, dalla proprietà al management, hanno deciso di fare ricorso all’unica soluzione possibile: vendere ai russi di Tariko, con cui esisteva già una partnership, per la vendita del prodotto italiano in Russia, tramite la polacca Cedc, di cui i russi sono azionisti di maggioranza relativa, con il 9%.

La produzione di spumante rimane in Italia, rassicurano i Gancia, mentre sul mercato russo si prevede un’esplosione di bollicine tricolori, se è vero che entro la fine del 2011 dovrebbero essere almeno 25 milioni le bottiglie di spumante stappate in Russia.

Ora la società punta a un fatturato annuo non inferiore ai 100 milioni di euro, attraverso la produzione di almeno 40 milioni di bottiglie.

Segno dei tempi che cambiano, ma anche del nanismo industriale italiano, costretto a competere contro colossi internazionali, contro cui poco può il supporto (quando esiste) delle banche. Queste ultime, al contrario, si sono mostrate molto liete della vendita. Piaccia o meno, il futuro italiano sarà sempre più nelle mani di industrie straniere, se non si pone rimedio alle piccole dimensioni, che non sempre sono una ricchezza.

 

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