Nord Corea “pretende” delegazione ufficiale del Sud ai funerali

E’ incredibile il livello di arroganza del regime comunista nordcoreano, che è tra i più isolati al mondo, come dimostrano anche le immagini di questi giorni, dopo la scomparsa del “Caro leader” Kim Jong-il, che ci trasmettono un Paese chiuso al mondo, impenetrabile, senza alcun contatto con uomini politici stranieri. E gli stessi funerali del defunto presidente si terranno senza inviti per alcuna delegazione straniera, ad eccezione di una: la Corea del Sud. Ma non si tratta di un vero e proprio invito, quanto di un dire e non dire, che trapela volutamente dal sito ufficiale dello stato. Il riferimento è all’annuncio secondo cui la Corea del Nord è pronta a consentire l’ingresso alle delegazioni ufficiali della Corea del Sud, che volessero recarsi a Pyongyang, per rendere omaggio alla salma del “Caro leader”.

Per questo, il regime nordcoreano sta predisponendo un piano nelle città, per consentire il passaggio della delegazione dal Sud al Nord.

Ma è nello stesso sito che si nota subito come quella di Pyongyang sia tutt’altro che un’apertura, quanto piuttosto una imposizione arrogante. Si legge, infatti, che il modo in cui i sudcoreani si comporteranno ai funerali sarà determinante per il futuro nei rapporti tra i due stati, che potrebbe anche entrare in grave crisi, la maggiore dalla fine della guerra, nel 1953. La nota continua, affermando che se Seul si comporterà, come fece nel 1994, in occasione dei funerali di Kim Il Sung, allora si andrà verso una crisi molto dura.

Nel 1994, la Corea del Sud non partecipò ai funerali del padre del presidente defunto la settimana scorsa e anche in questa occasione, il governo di Seul ha annunciato di non avere alcuna intenzione di inviare una delegazione ufficiale. Uno smacco “inaccettabile”, sempre secondo il sito ufficiale della Corea del Nord, che minaccia ritorsioni molto pesanti.

Nessuna novità positiva, quindi, con il cambio di guardia a Pyongyang. Il figlio Kim Jong-un governerà insieme ai militari fino a quando non sarà ritenuto in grado di reggere lo stato autonomamente, avendo ancora 27 anni e nessuna esperienza politica alle spalle, ma essendo stato designato da Kim Jong-il suo successore già nel 2009.

Considerato un uomo feroce anche in patria, per ammissione di fonti anonime tra la stessa dirigenza comunista nordcoreana, il giovane leader non lascia prevedere nulla di buono.

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