Italia: spread sempre elevatissimo, il debito pubblico ci stritolerà?

Altro che messa dei conti in sicurezza, l’Italia, e  non solo in Europa, è sempre messa peggio. Lo spread dei nostri titoli rispetto a quelli tedeschi, infatti, è sempre altissimo; l’effetto Monti, se c’è stato, è valso solamente nei primissimi giorni del suo mandato. Anche l’approvazione della durissima Manovra Economica, sia alla Camera che al Senato, non ha avuto alcun effetto positivo sui mercati e lo spread tra btp italiani e bund tedeschi è continuato a salire, seppur lentamentente, giorno dopo giorno. Ora siamo tornati ai livelli degli ultimi giorni del Governo Berlusconi (oltre 500 punti, con un tasso d’interesse superiore ai 7 punti percentuali sui titoli di stato a 10 anni): per questo, senza eccessi di pessimismo, possiamo affermare che il cambio politico non ha portato alcun beneficio dal punto di vista dell’autoreferenzialità dei mercati.

La manovra durissima potrebbe non bastare (come non sono bastate quelle della scorsa estate) e presto potrebbe esserne richiesta un’altra. Ma con questi tassi, altissimi ed in continua ascesa, potrebbe addirittura non bastare una manovra economica al mese, specie poi se fatta secondo lo stile di Mario Monti, cioè solamente con l’aumento delle tasse, delle tariffe e dei prezzi, così da contrarre ulteriormente i consumi e di conseguenza provocando la diminuzione del Pil. A questo punto l’Italia è stretta da una doppia morsa: da una parte interessi sul debito sempre più crescenti ed insostenibili, dall’altra un Pil che si abbassa (siamo ufficialmente in recessione da Luglio, secondo i dati Istat). Come uscirne?

La soluzione resta una soltanto per combattere la sopracitata autoreferenzialità dei mercati, che hanno ormai logiche difficilmente controllabili: a livello di Unione Europea decidere il tasso d’interesse dei bot degli Stati (più alti ovviamente per Paesi messi male, più bassi per Paesi virtuosi come la Germania) in maniera fissa.

Sì, lo so cosa state pensando: sarebbe la fine del capitalismo e della libertà economica? Io penso che sarebbe l’unico modo per salvare gli Stati Europei dalla speculazione e dal default, dato che la famosa “mano invisibile”, che dovrebbe governare i mercati secondo l’economista e filosofo Adam Smith, ormai non c’è più ed esistono solo speculatori senza scrupoli che decidono anche le politiche interne degli Stati. Questa è libertà? Questa è democrazia? La risposta è no; allora soltanto una scelta del genere potrebbe garantire i risparmi dei cittadini onesti, altrimenti rischiamo di non poter pagare più ai possessori doi bot non solo gli interessi, ma anche la base investita.

Se solo l’Italia decidesse una strategia del genere, oltre alla probabile uscita dall’Ue, verrebbe definitivamente stritolata dai mercati stessi (si troverebbe di fronte ad una platea immensa che non comprerebbe più il nostro debito), ma una decisione di tutti Paesi aderenti all’Unione si rivelerebbe invece più forte delle menti criminali di alcuni finanzieri, non tralasciando però, come detto sopra, l’aspetto dell’equità, attraverso la stipula di tassi d’interesse fissi, ma diversi, applicabili agli Stati Membri a seconda dello loro condizioni economiche interne (chi comprerà bot italiani dovrà sempre guadagnare di più rispetto ai bund tedeschi, visto il rischio che si prende, ma entro certi limiti, che non possono superare il buonsenso).

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