Natale in crisi, consumi mai così male da 10 anni

Una dopo l’altra, le associazioni dei consumatori e quelle di categoria iniziano a sfornare i primi dati sui consumi a Natale, che certificano ogni anno lo stato di salute della nostra economia e anche l’atteggiamento con cui i consumatori guardano all’anno nuovo che sta per arrivare. E le analisi per il 2011 sono impietose.

Coldiretti ha calcolato in 2,3 miliardi la spesa effettuata dalle famiglie per il cenone della Vigilia e il pranzo di Natale. In sostanza, il 18% in meno dello scorso anno. Ma a certificare la crisi scende in campo anche Codacons, che parla di un vero tracollo in alcuni settori, come l’abbigliamento e le calzature, le cui vendite sarebbero scese addirittura anche oltre il 30%.

Gli unici due settori a salvarsi dalla crisi, sempre secondo Codacons, sarebbero l’elettronica e gli alimentari, mentre altri settori-chiave del periodo, come i prodotti per la casa, scendono del 25% ed elettrodomestici, prodotti per la persona e profumeria del 20%.

Insomma, saremmo di fronte al Natale più austero dai tempi del crollo delle Torri Gemelle. Ognuno avrebbe speso a testa circa 48 euro in meno dello scorso anno, ma non per questo ci si attende una corsa ai saldi. Al contrario, l’associazione dei consumatori guarda con preoccupazione alla fase che partirà quasi ovunque il 5 gennaio prossimo, con previsioni di crollo delle vendite nell’ordine del 30-40%.

Se le cose non dovessero cambiare, Codacons prevede la chiusura di molti esercizi commerciali nel corso del 2012, un dato che confermerebbe ormai le vetustà di questo strumento, che dovrebbe semmai essere sostituito da sconti liberalizzati nel corso di tutto l’anno, a discrezione del singolo dettagliante. Cosa, che di fatto già accade, per effetto dei cosiddetti “saldi selvaggi o clandestini”.

 

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