Nord Corea, Kim Jong-un promette “mare di fuoco” contro Seul

A meno di 24 ore dai funerali di Kim Jong-il, il defunto presidente nordcoreano, il figlio Kim Jong-un, che ha soli 27 anni, ha lanciato il suo primo messaggio infuocato contro il resto del pianeta, nei panni del nuovo capo di stato. In un discorso enfatizzato dalle TV nazionali, il terzo Kim dimostra di avere la testa ancora più calda dei due avi che lo hanno preceduto nella stessa posizione. E dire che se l’è presa con il mondo non è una battuta. Tutti i leader mondiali sono stati definiti “stupidi”, mentre il governo della Corea del Sud è stato niente di meno che dipinto come “fantoccio” degli americani. Dopo avere giurato fedeltà e osservanza allo stato, al padre e al partito comunista, Jong-un ha promesso di trasformare le lacrime  di Seul in un mare di fuoco contro i sudcoreani.

L’atteggiamento ultra-bellicoso del giovane presidente è la risposta al divieto di Seul di fare attraversare la frontiera a quanti eventualmente avrebbero voluto recarsi nel Nord per fare le condoglianze per la scomparsa del “Caro leader”.

Dai confini meridionali, inoltre, si apprende che nei giorni scorsi sarebbero stati lanciati palloni aerostatici contenenti messaggi “sovversivi” per Pyongyang. Nessun cambiamento di linea, insomma, per il nuovo Kim, che tenta anche di dimostrare all’esercito e al mondo di tenere in pugno la situazione, malgrado la sua giovane età e l’inesperienza politica. Ma preoccupano le sue parole, essendo a capo di una potenza nucleare e gli stessi dossier della Cia lo dipingono come un uomo sadico.

Ma se l’Occidente guarda con preoccupazione al “nuovo” corso di Pyongyang, che altro non è che il peggio degli ultimi 60 anni di dinastia Kim, la Cina si congratula con il nuovo dittatore nordcoreano, parlando di “uomo amico del popolo cinese e grande sostenitore del socialismo”.

D’altronde, Pechino non può non sostenere una potenza, che ad oggi le consente di fungere da prezioso mediatore negli equilibri del Nord Est asiatico, cosa che fa valere sul piano dei rapporti internazionali.

Inoltre, un’implosione del regime nordcoreano non conviene alla Cina, perché esso rappresenta pur sempre una sorta di garanzia alla sua frontiera di stabilità politica e di supporto alla galassia del comunismo.

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