USA, Romney in testa su Obama per 45 a 39

Che confusione! Non si capisce più nulla alle primarie del Partito Repubblicano, che inizieranno il 3 gennaio, con il voto poco significativo dell’Iowa. Fino alla fine dell’estate era in testa per tutti i sondaggi Mitt Romney, ex governatore del Massachussets. Poi toccò a Rick Perry, governatore del Texas, salire sul podio delle intenzioni di voto per un paio di settimane, alla fine delle quali Romney tornò in testa. Ma ad ottobre inizia il fenomeno Herman Cain, l’imprenditore nero della pizza, che con la sua proposta fiscale del 9-9-9 entusiasmò la base e andò in testa ai sondaggi, per essere poi travolto dagli scandali sessuali. A novembre la svolta clamorosa: l’ex speaker della Camera, Newt Gingrich, considerato un semplice figurante alle primarie, si catapulta al primo posto nelle rilevazioni di voto, sia nei singoli stati che a livello federale.

Questo è il quadro che ci eravamo lasciati alle spalle fino a una settimana fa circa. Ma i sondaggi vanno letti in due modi: sia all’interno del GOP, sia nell’ipotetica sfida contro Obama. Non è difficile perdere di vista l’obiettivo finale e il rischio per la destra sarebbe di scegliere un candidato che la entusiasma, ma che poi vada a perdere contro un debolissimo Barack Obama.

E questo direbbero i sondaggi per Gingrich, così come per quasi tutti i candidati alle primarie. Per tutti, tranne uno: Mitt Romney. Considerato un “tiepido”, non amato dalla base più conservatrice del suo stesso partito, Romney è però in testa contro Obama e la forbice tra i due si allargherebbe, se è vero che l’ultimo sondaggio Rasmussen lo darebbe al 45% contro il 39% dell’attuale presidente. E sarà che ai Repubblicani non piace perdere, ma Romney sarebbe tornato nuovamente in testa in quasi tutti gli stati USA.

Nell’Iowa, il suo vantaggio non sarebbe scontato. Se la dovrà vedere con il candidato ultra-libertario Ron Paul, altra bizzarria di queste primarie. Egli si batte per la liberalizzazione di tutte le droghe, ma sarebbe un fuoco di paglia, che se vincesse nel primo stato chiamato al voto, potrebbe persino fare comodo a Romney, perché le luci della ribalta che si concentrerebbero su di lui ucciderebbero le speranze degli altri candidati di rincorrere Romney.

I Repubblicani non sono come i Democratici, non amano scannarsi per mesi e poi trovare un candidato presidente. Per questo, è probabile che se non con l’Iowa, già con il voto nello New Hampshire Romney inizi la sua corsa trionfale e senza intoppi per la nomination. 

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