Dopo lo scandalo delle protesi al seno adesso è allarme sui filler

Nelle ultime ora è scattato l’allarme per i trattamenti di bellezza con filler e botulino, dopo lo scandalo partito dalla Francia sulle protesi al seno PIP, adesso l’attenzione è rivolta a tutte quelle soluzioni iniettabili che dovrebbero cancellare i segni del tempo sulla pelle. Questa volta tutto inizia dal Regno Unito, dove sembra ci sia troppa liberalizzazione dei prodotti adoperati per questo scopo.  Si parla addirittura di circa 160 tipi di filler diversi che devono essere prescritti dal medico ma, il cui uso non impone l’obbligo da parte di un medico specializzato.

Un grosso problema sembra essere rappresentato dalla differenza di regolamentazione tra il settore privato e quello pubblico, i medici che appartengono a quest’ultimo devono seguire un addestramento di circa 6 anni prima di poter eseguire operazioni di chirurgia estetica, mentre nel privato, qualsiasi medico può eseguire questo genere di trattamento.

Se per il botulino esiste l’obbligo della prescrizione medica senza nessun chiarimento in merito sul chi deve eseguire le iniezioni di questo siero, per quanto concerne i filler invece non esiste nulla che regoli il suo utilizzo, lasciando molta libertà sul suo uso, spesso dannoso per la salute delle donne che decidono di cancellare temporaneamente qualche ruga creata dal tempo che avanza. Il paragone avviene inevitabilmente con gli Stati Uniti, dove invece l’ordinamento è sicuramente più curato. Non c’è un numero esagerato di aziende produttrici di filler o botulino ma esistono per esempio solo 6 tipi di filler che sono stati accuratamente approvati dal Food and Drup.

Secondo gli esperti in Italia non si correrebbero alti rischi come in Inghilterra; primo perché nel nostro paese la nostra legge stabilisce che ad iniettare questo genere di sostanze può essere obbligatoriamente solo un medico riconosciuto tale; inoltre, da anni in Italia ci sono solo filler riassorbili, quelli cioè che in caso dell’insorgenza di problemi, recano sicuramente meno danni rispetto a quelli permanenti.

Tuttavia sono stati spesso registrati episodi in cui si denunciavano gravi deturpazioni del viso, anche se non seri rischi per la vita umana. A fronte di ciò, questo nuovo scandalo sui trattamenti anti-età imporrà a tutta l’Europa un nuovo riesame più accurato delle normative attualmente vigenti.

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