Liberalizzazioni: stabilimenti balneari, Associazioni si mobilitano

In Italia ci sono 30 mila famiglie che lavorano e che sono l’anima delle imprese balneari. A farlo presente con un comunicato congiunto sono state le Associazioni di categoria del comparto, la Sib-Confcommercio, la Balneatori-Cna, l’Assobalneari-Confindustria e la Fiba-Confesercenti. Le Associazioni, nel chiedere che le spiagge restino fuori dal Decreto Monti sulle liberalizzazioni, hanno già reso noto di essere in stato di mobilitazione sulla base delle notizie che circolano sulla bozza di Decreto, nella quale tra l’altro verrebbe introdotta una durata della concessione pari a soli quattro anni senza rinnovo.

Per le Associazioni di categoria in questo modo si renderebbe quello balneare un settore in eterna precarietà; questo perché il concessionario in tale lasso di tempo breve non potrebbe effettuare i necessari investimenti e si limiterebbe solo a massimizzare quanto più possibile i profitti.

E se in queste ore, nelle grandi città, abbiamo assistito alla protesta dei taxi, molti dei quali fermi e “fuori servizio” proprio contro le liberalizzazioni del Governo Monti, non è di conseguenza da escludere l’avvio di una protesta anche da parte dei gestori dei lidi. Le Associazioni chiedono infatti che le spiagge rimangano fuori dal DL sulle liberalizzazioni anche tenendo conto del fatto che con la categoria è stata raggiunta un’intesa solo poco tempo fa. Intanto sulle liberalizzazioni le Associazioni dei Consumatori stimano che in media i risparmi per le famiglie potranno arrivare fino a ben 1.000 euro annui. Questo potrà però avvenire solo se le liberalizzazioni andranno fatte come si deve e andando ad interessare quelli che sono i settori dell’economia italiana maggiormente sottoposti a fenomeni di natura corporativa.

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