SOPA, PIPA e il mercato videoludico

Oggi è il gran giorno dello sciopero del web nei confronti della nuova proposta di legge statunitense SOPA (Stop Online Piracy Act) e della sua parallela PIPA (Protect IP Act) che darebbe la facoltà al governo americano di intervenire su tutti i siti a livello mondiale qualora si verificasse una violazione del copyright, con la conseguente eliminazione del contenuto in questione o, addirittura, oscurando il sito in questione. Sono, infatti, i proprietari dei siti ad essere considerati i colpevoli di eventuali violazioni.

Una proposta che non piace al popolo del web, che nella giornata odierna sta scioperando: esemplare è Wikipedia che ha deciso di far comparire sul suo sito un comunicato in cui si spiegano tutti i motivi per cui la proposta di Legge sia da considerarsi sbagliata, oscurando la sua versione americana. Ma non si tratta di una protesta a favore della pirateria, che tutti noi non approviamo, bensì di un testo legislativo che, se approvato, andrebbe a minare il web libero e le risorse Open Source.

Ma il SOPA riguarda anche i videogiocatori e, più in generale, il mercato videoludico. Leggendo il testo provvisorio, infatti, come già abbiamo avuto modo di spiegare, anche gli eventuali screenshots di titoli sono da considerarsi violazione di copyright, impedendo, così, sia una corretta informazione del settore, oltre che un problema per chi soltanto, vuole condividere la propria esperienza di gioco con gli amici.

E le società videoludiche che cosa fanno? Sono divise, Nintendo, Sony e Microsoft, nonostante inizialmente sembravano contro, promuovono il SOPA, altre softwarehouse, come Bungie, Riot Games o Epic Games, contrari.

 

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