Unicredit verso sottoscrizione integrale dell’aumento di capitale

Euforia a Piazza Affari e volti più distesi a Piazza Cordusio, dopo gli ultimi dati non ufficiali, che darebbero al 95-100% la quota di capitale sottoscritta per la ricapitalizzazione da 7,5 miliardi.

In pratica, sarebbero state scongiurate le ipotesi più pessimistiche, che pure circolavano fino a pochi giorni fa, quando all’inizio della sottoscrizione il titolo era sprofondato in borsa, facendo temere il peggio.

Ieri, poi, c’era stata la notizia che la banca centrale libica non intende partecipare all’aumento di capitale, per effetto di un divieto del Consiglio dei ministri del nuovo governo di Tripoli. L’istituto centrale ha oggi il 4,9% in Unicredit, ma alla fine dell’operazione il capitale sarebbe diluito al 2,8%.

Lo stesso ragionamento riguarderebbe anche Lia, il fondo sovrano libico, che fa capo al ministero della difesa e che oggi detiene il 2,59% della banca.

Tuttavia, il giorno prima era stato il fondo sovrano di Abu Dhabi, Aabar, ad annunciare una salita al 6,5% dall’attuale 4,9% e in controtendenza rispetto a quasi tutti i soci italiani delle Fondazioni bancarie.

Non è un caso che ieri il titolo abbia chiuso in rialzo del 12,8% a 3,36 euro e che i diritti siano schizzati del 42% a 2,72 euro, anche sulla scia della notizia che la tedesca Commerzbank non avrebbe bisogno di un salvataggio statale, per adempiere ai requisiti Eba, che impongono alla banca una ricapitalizzazione di 5,3 miliardi.

Oggi, tuttavia, continua a Piazza Affari la fase positiva per il titolo, mentre i diritti segnano un calo, per via del fatto che arrivano sul mercato quelli dei soci che non hanno voluto partecipare alla sottoscrizione dell’aumento di capitale.

 

 

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