Monti avvisa sindacati su articolo 18, niente tabù

Alla vigilia dell’incontro a Palazzo Chigi con i rappresentanti sindacali dei lavoratori dipendenti, alla trasmissione “In mezz’ora” di Lucia Annunziata, il premier Mario Monti è stato esplicito sul modo in cui intende condurre la trattativa per la riforma del mercato del lavoro. Non ci possono essere tabù, ha affermato, nemmeno sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Non è la prima volta che Monti ribadisce questa sua posizione, ma detta a poche ore dalla trattativa con le parti sociali, è sembrato un tentativo chiaro di dare un colpo d’ala a un dibattito, che sinora è girato più attorno a posizioni compromissorie.

E la reazione dei sindacati non si è fatta attendere, sebbene con toni diversi. La Cgil, con Susanna Camusso, ribadisce la posizione nota della confederazione: l’art.18 non si tocca, perché è una norma di civiltà. Al contrario, il segretario Cisl, Raffaele Bonanni, rimarca che il punto non sarebbe un’ossessione per la Cisl, mentre Luigi Angeletti, Uil, pur sostenendo di essere aperto a discutere di modifiche anche all’art.18, nota come il problema dell’occupazione non sarebbe quello di consentire il licenziamento senza motivo.

La proposta del ministro del lavoro Elsa Fornero dovrebbe consistere nell’introduzione del Contratto Unico di Inserimento (CUI), in sostituzione delle 48 forme di ingresso nel lavoro attualmente censite, con la possibilità per l’impresa di non applicare l’art.18 nella parte che obbliga la reintegro per licenziamento senza giusta causa, per i primi 36 mesi dalla data di assunzione del lavoratore. Al suo posto, sarebbe previsto un risarcimento pari a 5 giorni retribuiti per ogni mese di lavoro in azienda.

 

 

 

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