Farmacia e liberalizzazione questi i cambiamenti

Questi sono giorni di grande fermento per il nostro paese, con la legge sulle Liberalizzazioni decretate dal Governo Monti che interessa svariati settori, stiamo assistendo ad una vera rivoluzione che sta investendo principalmente le nostre strade e il mondo ritenuto fino a qualche tempo fa “intoccabile” delle farmacie. Le autostrade così come le strade delle principali città italiane sono invase dai camionisti e dai taxi in sciopero; il settore delle farmacie a causa della liberalizzazione che le toccherà molto da vicino, ha già annunciano un grande sciopero indetto per 1° febbraio 2012.  Questo riguarderà tutte le farmacie, tranne che per quelle che assicureranno un minimo di servizio in base alla regolarizzazione dei turni.

Per quanto riguarda le farmacie, queste sono in rivolta a causa dell’aumento del numero delle stesse, previsto per il prossimo futuro.  Le associazioni delle farmacie hanno, di fatto, asserito che in principio non erano nettamente contrari all’aumento del numero delle farmacie, questo era stato da loro indicato con un aumento circa del 10%; una percentuale invece che invece sarebbe salita molto fino al raggiungimento quasi del 45% di farmacie in più da inserire nelle diverse città italiane.

Questo significa che le farmacie passeranno dalle attuali 18.000 alle 23.000 circa sparse su tutto il territorio nazionale. Le liberalizzazioni sono state indette per indurre una maggiore concorrenza e quindi una riduzione dei prezzi per gli utenti. Questo dato stando alle dichiarazioni delle associazioni dei farmacisti significherebbe ridurre la qualità professionale del servizio reso ai cittadini. Questo stando sempre alle loro affermazioni, riuscirà solo a far impoverire il servizio; inoltre è un dato di fatto che le riflessioni per noi sono d’obbligo, significherà ridurre i guadagni per le singole farmacie che nel futuro dovranno scontrarsi inevitabilmente con una nuova e agguerrita concorrenza.

L’apertura delle nuove farmacie è prevista tramite l’induzione di un grande concorso straordinario che per il governo dovrà garantire l’apertura di circa 5.000 farmacie; a questo potranno parteciparvi i farmacisti titolari ma anche tutti quei farmacisti che per vivere sono stati costretti a svolgere un lavoro diverso dalla loro qualifica di farmacista.

I farmacisti affermano che la loro ribellione non vuole esprimere un sentimento di chiusura nei confronti del nuovo decreto di liberalizzazione, e tanto meno vogliono apparire come un’altra “casta” degli “intoccabili”. Loro ribadiscono, che questo potrebbe portare solo probabili ed eventuali disservizi a favore dei cittadini e non invece favorirli così come crede il governo.

Un emendamento della liberalizzazione sulle farmacie interessava i farmaci di fascia “C”, ossia quelli obbligatoriamente prescrivibili dal medico curante ma che rimanevano comunque a carico dell’individuo. Ebbene si volevano liberalizzare questi farmaci, e poterne dare potere d’acquisto anche ai supermercati e nelle parafarmacie e negozi idonei abilitati, ad oggi questo non succederà perché tutto rimarrà immutato, ossia saranno solo acquistabili presso le farmacie.

 

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