Italia: il rendimento dei Bot in discesa conferma che la situazione economica sta migliorando

Tempo di grossi sacrifici per noi cittadini italiani, ma la fiducia sui nostri titoli di Stato sta aumentando considerevolmente rispetto a due mesi fa. Intravediamo la luce insomma in fondo al tunnel, nella speranza che non sia soltanto un fuoco di paglia.

Venendo ai dati: il tasso medio dei bot semestrali nell’asta di stamane è in netto calo, 1,969% contro il 3,251% dello scorso 28 Dicembre. È la prima volta dallo scorso Maggio che il rendimento dei Bot a 6 mesi scende sotto il 2%: era arrivato fino a toccare un massimo del 6,504% lo scorso Novembre.  Il tasso per i Bot a 12 mesi è stato invece del 2,214%. La domanda in generale è stata 11 volte superiore all’offerta, segno di una ritrovata fiducia degli investitori sulle possibilità di ripresa del nostro Paese.

Ora si aspettano news positive dall’andamento del Pil statunitense e l’ufficializzazione dell’accordo tra la Grecia ed i suoi creditori privati (il tasso d’interesse, arrivato a quote più che enormi, sarà rinegoziato intorno al 4%, la stessa soluzione che avevo provato a suggerire diverse volte anche per l’Italia!).

Mentre continua a salire vertiginosamente il tasso di disoccupazione in Spagna, lo spread tra btp italiani e bund tedeschi decennali continua lentamente a scendere, viaggiando intorno ai 400 punti base, con i rendimenti dei nostri titoli sotto il 6% .

Tutti questi dati però non sono sufficienti a tranquillizzarci di fronte alla situazione economica dei nostri cittadini, che come le statistiche aggiornate rivelano, fanno sempre più fatica: salari ai minimi da 15 anni, tasse ed inflazione che continuano a crescere. A tal proposito dopo le nuove imposte stabilite per recuperare un pò di soldi come prima risposta al debito pubblico crescente, sarebbero necessari interventi per aumentare i salari e ridurre la precarietà, tutto il contrario insomma di molte idee dell’attuale Ministro del Lavoro Fornero: un’ulteriore facilitizzazione concessa alle imprese ad utilizzare lo strumento del licenziamento da una parte e meno cassa integrazione, per chi è rimasto senza lavoro, dall’altra, porterebbe infatti al collasso totale del Sistema.

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