Riforma lavoro, Bonanni critico con governo. Camusso: problema non è articolo 18

Si tornerà a trattare forse questo giovedì sulla riforma del mercato del lavoro, con una convocazione al ministero del lavoro. Intanto, i segretari confederali fanno sentire la loro voce, anche in seguito alle troppe indiscrezione che girano sulla stampa e per le quali si dicono non informati.

E’, anzitutto, il segretario della Cisl, Raffaele Bonanni, che ospite a Mattino 5, la trasmissione mattutina di Canale 5, ha parlato a lungo sui problemi da affrontare con la riforma del lavoro in via di varo, ma mettendo in guardia l’esecutivo dal compiere scelte isolate, senza il consenso delle parti, imprese incluse.

In particolare, Bonanni si mostra irritato per l’indiscrezione per cui il governo avrebbe intenzione di accantonare l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori per tutti i neo-assunti; un’irritazione che nasce dal fatto che questa proposta non sarebbe stata nemmeno sfiorata ai precedenti incontri con i ministri competenti.

E se da Davos, in Svizzera, dove si è tenuto lo scorso weekend il forum economico mondiale, il ministro allo Sviluppo, Corrado Passera, ha annunciato che il governo “stupirà”, Bonanni risponde che si attende che lo stupore sia frutto dell’equilibrio con cui l’esecutivo tenterà di affrontare i temi sul tavolo.

E dalle colonne di Repubblica, il segretario Cgil, Susanna Camusso, rievoca il sindacalista Cgil Luciano Lama, ricordando come sia il suo sindacato che quello di oggi abbiano al centro l’occupazione e i salari, che, tuttavia, prima crescevano, anche se c’era inflazione, mentre oggi si perde costantemente potere d’acquisto.

Secondo la Camusso, il problema della competitività non sarebbe dato dall’articolo 18, quanto dallo spostamento massiccio di risorse dal lavoro ai profitti, con un aumento non già della qualità del lavoro, quanto della finanza puramente speculativa.

 

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