Obesità: ecco che cosa la scatena

Ci siamo trovati altre volte a parlare dell’obesità, oggi siamo qui nuovamente ad esprimerci su questo grande problema che affligge milioni di persone di persone perché è stata trovata la causa scatenante dell’obesità, ossia una sorta di miccia che origina questo gravoso effetto salutare sugli individui con problemi di peso. Si tratta di una proteina: la GPR 120, che funziona da sensore sopra le cellule che sostano sull’intestino, sul fegato e sui tessuti adiposi, le quali servono a controllare i grassi che si trovano negli alimenti e che sono assunti dall’organismo.

Si tratta di una ricerca eseguita a livello internazionale alla quale hanno collaborato anche ricercatori italiani, che hanno scoperto che il malfunzionamento della proteina sopra citata può rendersi colpevole dell’obesità.

L’esito della ricerca è stato pubblicato sulla rivista Nature, e mostra come gli studiosi siano arrivati a tale conclusione. Inizialmente è stata eseguita una sperimentazione sui topi da laboratorio, i quali totalmente privi della suddetta proteina GRP 120, fin dalle prime settimane di alimentazione, resa molto grassa, si notava una forte tendenza all’obesità, l’intolleranza al glucosio e l’insulino-resistenza; quest’ultima annuncia in linee sottili il probabile arrivo del diabete. In un secondo momento hanno analizzato alcuni individui obesi, paragonandoli ad altri invece che avevano un peso regolare. E’ stato analizzato il DNA dei soggetti obesi in esame, circa 7000, confrontandoli con quello degli altri individui senza problemi di grasso e peso in eccesso, scoprendo una mutazione genetica che alterava in qualche modo il corretto funzionamento della proteina GPR 120.

Quest’ultima ha il compito di vigilare sui grassi che arrivano all’interno dell’ organismo nelle zone sopra citate e, quando queste verificano l’arrivo di grassi in arrivo in esubero, genera un aumento del numero delle cellule adipose, in modo da poter immagazzinare appunto i grassi in eccesso. In questo modo l’organismo innesca questo meccanismo in modo tale che le sostanze nocive non finiscano nel fegato e nelle arterie.

Raffaella Buzzetti – dottoressa endocrinologa – spiega che questa scoperta può aprire nuovi scenari per lotta all’obesità; analizzando i DNA dei pazienti obesi, si potrà cercare e individuare magari nuovi farmaci e o degli innovativi progetti di prevenzione contro il peso in eccesso.

Continua la Buzzetti, asserendo che non è detto che chi presenta questa particolarità della proteina colpevole, debba diventare sicuramente obeso, molto dipende come sempre dallo stile di vita e dall’alimentazione sana e corretta.

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