Rai e maternità: la bufera non si placa

Una bufera si sta scatenando in questi giorni contro mamma Rai, non solo per quanto riguarda il canone e la sua estensione a qualsiasi dispositivo in grado di trasmettere il palinsesto delle sue reti, come PC o tablet, a seguito di una reinterpretazione della legge del 1938, ma anche per le clausole maternità del contratto dei suoi dipendenti.

Proprio nella giornata di ieri, infatti, è trapelato un estratto del contratto Rai, una clausola in cui, in breve, viene sottolineato come una lavoratrice possa essere licenziata nel caso in cui resti incinta. Una clausola che ha fatto molto discutere, oltre che sollevare  il coordinamento “Errori di Stampa” richiedendo la rimozione della stessa.

E, difatti, paragonando la gravidanza a un infortunio o una malattia, nel caso in cui la lavoratrice non riesca a compiere le prestazioni convenute…le saranno dedotti i compensi relativi alle prestazioni non effettuate.” Ma non solo, la clausola 10, quella incriminata, termina sottolineando che se la gravidanza in questione, “impedissero a nostro parere, il regolare e continuativo adempimento delle obbligazioni convenute nella presente, quest’ultima potrà essere da noi risoluta di diritto, senza alcun compenso o indennizzo a suo favore”.

Ovvero: si può procedere al licenziamento senza indennizzo né ricorsi leciti.

Una clausola che, come sottolinea la stessa Lorenza Lei, alla quale errori di Stampa ha inviato una lettera volta a rivedere la Norma, non è mai stata applicata ma che, comunque, esiste e “minaccia” le lavoratrici.

Proprio nella mattinata è arrivata una risposta da Viale Mazzini, in cui si ribadisce che tale clausola è presente soltanto per chi effettua collaborazioni occasionali, aventi un contratto a tempo determinato con la rete e non per chi ha un contratto subordinato. Si tratta, dunque, di lavoratrici con partita iva che, al pari di altre professioniste, lavoratrici autonome, non godono di diritti quali gravidanza pagate.

Sempre nel comunicato stampa in questione, viene chiarito che la clausola incriminata verrà a breve modificata o sostituita.

 

 

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