L’Europa contro la nuova privacy di Google: “Non è chiara”

I cambiamenti alla privacy dei servizi Google avevano già destato perplessità negli Stati Uniti, ed ora preoccupano anche l’Europa. A lanciare l’allarme è stata la Cnil, l’authority francese per la protezione dei dati personali, che in una missiva diretta a Larry Page, fondatore dalla società di Mountain View, ha chiesto di bloccare momentaneamente le nuove norme che dovevano attivarsi nelle prossime ore. Dello stesso parere anche Viviane Reding, commissario europeo alla giustizia, che si è espressa molto chiaramente: “Chi offre servizi ai consumatori dell’Unione europea deve seguire le regole europee per la protezione dei dati”, il che significa che in base ad una recente delibera Ue del 25 gennaio scorso, le aziende devono scrivere con “linguaggio chiaro” le regole sulla privacy, permettendo “decisioni consapevoli” ai consumatori che si avvalgono dei loro prodotti.

Dal primo Marzo, chi possiede un account per uno dei numerosi servizi offerti da Google, vedrà quindi trasferire automaticamente le proprie attività anche negli altri prodotti eventualmente utilizzati. Ciò significa che applicazioni come Google+, Gmail, Picasa e Youtube potranno “dialogare” più facilmente,  restituendo, ad esempio, risultati di ricerca influenzati dai video visti, o dai luoghi visitati in Google Maps. Ma il dubbio è che tutte le informazioni sulle attività dell’utenza possano essere rielaborate a fini commerciali, o addirittura cedute implicitamente a terzi.

Secondo il Cnil, che specifica aver effettuato una analisi preliminare, esprimendo “forti dubbi” sulla nuova policy di Google, non sarebbe rispettata la Direttiva europea sulla protezione dei dati (95/46/Ce) in particolare gli articoli 6 e 7, e “per un utente medio sarebbe impossibile capire” le regole riguardanti l’uso dei dati catalogati. “E’ estremamente difficile anche per un esperto professionista della privacy sapere esattamente quali dati vengano messi assieme attraverso quali servizi e per quali scopi. Non è chiaro come Google intenda ottemperare al principio del consenso esplicito“. In conclusione, la Cnil informa la controparte che sarà inviato un questionario per far luce sugli aspetti oscuri della vicenda, e nel frattempo si chiede il congelamento della procedura di aggiornamento alla nuova policy. Per l’Italia si fa sentire anche Francesco Pizzetti, presidente dell’Autorità Garante per la Privacy, che sostiene ci sia effettivamente “una grave perplessità rispetto alle nuove regole sulla privacy di Google, soprattutto in riferimento alla normativa europea, l’informativa fornita agli utenti è apparentemente esaustiva ma in realtà troppo generica ed elusiva“.

Google dal canto suo rassicura tutti e si mette a disposizione per rispondere agli interrogativi, sostenendo di aver molto a cuore il feedback dei suoi utilizzatori: “Durante lo scorso mese abbiamo più volte chiesto un incontro al Cnil per rispondere alle loro eventuali domande e la nostra offerta resta aperta. Google crede di avere trovato un equilibrio ragionevole tra le raccomandazioni del Working Party: razionalizzare e semplificare le nostre norme e allo stesso tempo offrire un’informazione esaustiva agli utenti”.

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