Aumento Iva 23%: stangata sui generi alimentari

L’aumento dell’aliquota Iva ordinaria, dal 21% al 23%, programmato per il prossimo autunno, innescherà gli ennesimi rincari diretti su alcuni beni di largo consumo. A rilevarlo è stata la Coldiretti nello stimare come tale aumento dell’Iva costerà agli italiani la bellezza di un miliardo di euro. Nel dettaglio, l’Organizzazione degli agricoltori ha fatto presente come con l’aumento dell’Iva al 23% ad aumentare saranno beni di largo consumo come la birra, il vino e l’acqua minerale. Inoltre, dall’aumento dell’aliquota Iva al 12%, dall’attuale 10%, si innescheranno rincari anche per prodotti, allo stesso modo di largo consumo, come la carne, le uova, il pesce, lo zucchero, il riso ed il miele.

E’ chiaro di conseguenza pronosticare nuovi effetti depressivi sui consumi alimentari degli italiani visto che già le famiglie a tavola stanno stringendo la cinghia con minori acquisti di numerosi prodotti alimentari della dieta mediterranea, dalla carne ai salumi e passando per l’orto-frutta, la pasta ed il latte fresco.

Intanto nei giorni scorsi la Coldiretti ha ottenuto un importante risultato in materia di tutela del made in Italy. Corrado Passera, Ministro allo Sviluppo Economico, ha infatti imposto lo stop ai finanziamenti pubblici finalizzati alla produzione all’estero di prodotti agro-alimentari che richiamano al made in Italy ma che non hanno nulla di italiano. A fronte dei sacrifici degli agricoltori italiani, infatti, ogni anno la contraffazione penalizza il nostro made in Italy con tanti prodotti che “suonano” nei nomi come italiani ma che invece sono stati realizzati all’estero con materie prime estere. Trattasi dei cosiddetti falsi e tarocchi alimentari spacciati con nomi di fantasia che richiamano in maniera truffaldina alla tradizione del nostro made in Italy.

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