Ormai lo sappiamo bene, anche il pesce ha la sua stagionalità e va osservata in segno di rispetto e tutela dell’ecosistema acquatico che ci rifornisce così di mese in mese di una ricca varietà di prodotti ittici che possiamo gustare al meglio.
Ad aprile abbiamo un’ampia scelta di prodotti da acquistare: possiamo tranquillamente portare sulle nostre tavole acciughe, cernie, seppie, sgombri, dentici, alici, sardine, aragoste, pesce di San Pietro, pesce spada, rana pescatrice, totano, cefalo muggine, gamberetto rosa, nasello, razza, scampo, granchio, scorfano, sogliola, ricciola, sarago, spigola, mazzancolla, tonno e triglie.
L’aragosta è uno dei pesci più pregiati dalla carne dolce e molto delicata ed è anche molto ricercata nonostante sia una specie protetta dalla Convenzione di Berna. Appartiene al genere dei crostacei, il corpo è rivestito da una corazza molto resistente e di colore rosso e, a differenza di altri crostacei, non ha chele ma due lunghe antenne – di colore giallo/rosso – che funzionano sia come mezzo di difesa che come organi di senso.
Esistono circa 32 specie diverse di aragosta, sono diffuse per lo più nell’Oceano Atlantico e nel Mediterraneo. Nel nostro mare possiamo trovare 2 specie diverse: la Palinurus mauritanicus, dalle sfumature rosa e macchie chiare e la Palinurus regius che ha invece una colorazione più tendente al verde.
Questo prelibato e pregiato crostaceo possiede anche tante proprietà: è ricca infatti di proteine, vitamine e sali minerali come calcio, fosforo, sodio e potassio oltre ad avere anche un basso apporto calorico.
L’aragosta viene generalmente commercializzata sia pescata che d’allevamento (la pesca avviene di solito da marzo ad agosto) e si ha la possibilità di acquistarla sia fresca, e quindi viva, che congelata anche se le migliori sono decisamente quelle acquistate ancora vive: ne guadagna infatti di gran lunga il sapore delicato delle sue carni.
Al momento dell’acquisto, se viva, è necessario che l’aragosta non sia stata tenuta per troppo tempo fuori del suo ambiente, perché altrimenti la carne risulta stopposa. Deve quindi risultare vispa e piena d’acqua – pesante – segno che è stata pescata da poco. I migliori esemplari di aragosta sono quelli giovani, con un peso inferiore ai 2 chili. Qualora fosse possibile, è sempre meglio acquistare le aragoste femmine che sono riconoscibili da una doppia fila di alette sotto la coda.
In cucina viene consumata in vari modi: può essere usata infatti come antipasto, nei primi piatti di pasta e riso e come secondi; bollita o al naturale e condita con succo di limone o con aceto oppure ancora alla griglia. Quello che in generale viene fatto è evitare di condirla in maniera eccessiva o di arricchirla di salse per evitare di coprirne il gusto così delicato.
Per quanto riguarda la conservazione, la si può tenere in frigo per un giorno al massimo chiusa in sacchetto da freezer o avvolta nella pellicola alimentare; se viene acquistata freschissima può anche essere congelata nei sacchetti, eliminando quanta più aria possibile: in questo modo si conserva fino a 3 mesi.