Scarcerati gli animalisti che hanno assaltato “Green Hill” e salvato i cani-cavia

Lo hanno soprannominato il “canile lager” di Montichiari (Brescia) e dopo anni di proteste e manifestazioni, nella giornata di sabato scorso alcuni simpatizzanti del movimento “Occupy Green Hill” sono riusciti ad espugnare la struttura di proprietà della multinazionale Marshall, luogo in cui sono custoditi migliaia di cani di razza beagle, utilizzati come cavie per test su cosmetici e farmaci. Nella confusione del corteo di circa quattrocento persone che cingeva d’assedio Green Hill in occasione della “Giornata mondiale per gli animali nei laboratori”, intorno alle ore 16 alcuni partecipanti sono riusciti ad eludere il cordone di sicurezza delle forze dell’ordine e scavalcando la recinzione del laboratorio sono riusciti ad introdursi all’interno, effettuando poi un veloce raid presso i capannoni dove vengono tenuti i cani, riuscendo a portarne via circa venticinque, tra cuccioli e femmine adulte.

Gli animali sottratti al loro destino (spesso di “tortura” e morte, così come denunciato dai movimenti di protesta) in pochi minuti sono stati fatti sparire su pullman ed auto dei manifestanti, mentre erano in corso piccole baruffe con la polizia che tentava di contenere l’ondata animalista, tra l’altro pericolosamente vicina alle barriere di filo spinato.

Se da un lato vi sono stati minuti di allegria ed euforia, alla fine 12 persone, quattro uomini e otto donne provenienti da varie città italiane sono state arrestati per reati di una certa entità tra cui furto in concorso, danneggiamento, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, addirittura tre ragazze con ancora i cani in braccio sono state denunciate per “rapina impropria”. L’attrice francese Brigitte Bardot, da anni impegnata in difesa dei diritti degli animali, ha fatto giungere ieri una lettera al ministro della Giustizia, Paola Severino, contenente un accorato appello in favore dei fermati: “…hanno agito senza premeditazione, con il cuore e la ragione, non devono essere condannati perche’ hanno dato prova di umanismo in un mondo dove predominano vigliaccheria ed egoismo…le chiedo di vegliare alla liberazione di questi innocenti che non hanno fatto altro se non liberare altri innocenti. Conto su di lei“. Nel frattempo il popolo della rete si era subito mobilitato, e su Twitter gli hashtag #Greenhill e #Liberategliattivisti hanno guadagnato per molte ore il posizionamento nella classifica dei temi “più caldi” del momento, insieme a diverse pagine su Facebook.

Anche esponenti del mondo politico hanno espresso solidarietà, il senatore Alberto Filippi (Gruppo Coesione Nazionale) promotore di un Ddl contro la vivisezione, si è recato in visita nel carcere bresciano: “Mi sono sembrati tutti dei bravi ragazzi, non esagitati, né soliti a azioni fuori dalle regole, anche se ovviamente non abbiamo potuto parlare di quello che è successo”. A sua volta l’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, che già aveva appoggiato la manifestazione, ha visitato gli attivisti ed ha lanciato un appello ai senatori per approvare un norma che vieti di allevare in Italia cani, gatti e primati a fini di sperimentazione.

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Intanto, il pm Ambrogio Cassiani ha richiesto arresti domiciliari per una persona ed obbligo di firma per le altre, anche se i fermati pare abbiano negato ogni addebito durante l’interrogatorio di convalida, e quattro di essi avevano già annunciato uno sciopero della fame. In ogni caso, è di pochi minuti fa la notizia che il Gip ne avrebbe autorizzato la scarcerazione. Sul futuro di Green Hill anche la Regione Lombardia ha emanato un comunicato per ribadire che la chiusura del laboratorio può essere possibile solo con una legge nazionale.

Dal canto loro, i proprietari di Green Hill respingono le accuse di crudeltà ed affermano di condurre una attività nella piena legalità: “Svolgiamo un fondamentale ruolo nel migliorare la salute… Le principali cure ai pazienti che soffrono di malattie anche gravi sono state messe a punto grazie alla sperimentazione sugli animali“.

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