Azienda abbassa il riscaldamento: “Meglio al freddo che licenziati”

Tutto pur di non perdere il lavoro: i dipendenti dei due stabilimenti torinesi della Tekfor Neumayer hanno accettato di lavorare al freddo pur di continuare a ricevere gli stipendi. L’azienda, di proprietà tedesca, in crisi di liquidità, ha posto come condizione ai propri dipendenti l’abbassamento da 18 a 16 gradi del termostato in modo da risparmiare sulla bolletta del gas.

Una situazione critica quella in cui versa la fonderia da quando il tribunale ha disposto l’amministrazione controllata della casa madre per evitare il crack: 17 i milioni di deficit dell’azienda che non è nelle condizioni neppure di poter diminuire la forza lavoro in quanto non in grado di pagare liquidazioni, incentivi e ammortizzatori sociali.

Al momento mancano i fondi per pagare gli stipendi del mese corrente e così i vertici aziendali si sono dati da fare per tagliare le spese: 20% in meno per i dirigenti, tagli anche agli stipendi di quadri e funzionari, via le auto aziendali di grossa cilindrata, telefoni cellulari e consulenze esterne. Poi è toccato al riscaldamento, una scelta che non ha trovato tutti d’accordo: “A metà dicembre c’era arrivata la proposta di ridurre la temperatura – spiega Marinella Baltera della Fiom-Cgil – e noi ci eravamo opposti”. “L’alternativa tra riscaldamento e stipendio non è accettabile – rincara la dose Federico Bellono della Fiom di Torino -. Si cerca di risparmiare ovunque, ma ci sono questioni che non possono essere oggetto di scambio“.

I lavoratori però fanno di necessità virtù e hanno accettato anche l’abbassamento del termostato: “Gli operai preferiscono fare sacrifici – afferma Gian Piero Clement, Rsu Alp della fabbrica di Villar Perosa – , piuttosto che rimanere senza lavoro”.

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