WhatsApp, tra problemi di privacy e concorrenza

Finisce sotto la lente d’ingrandimento del Garante della privacy WhatsApp, l’applicazione di messaggistica multi-piattaforma creata da Brian Acton.
Già dagli esordi, avvenuti almeno un paio di anni fa, WhatsApp ha riscosso da subito un grande successo con un numero incredibile di download e soprattutto, con la cifra record di circa 18 miliardi di messaggi scambiati il 31 dicembre 2012. Un traffico di messaggi di testo inesauribile che scalza senza appello le messaggerie non solo dei più grandi gruppi di telefonia del paese ma anche le e-mail degli stessi social network come Facebook, Google + e Co. Successo scaturito non solo dalla gratuità del servizio, che come immaginiamo, fa gola soprattutto ai teenagers tra i più accaniti consumatori di sms, ma anche per la possibilità che da l’applicazione di essere supportata dai dispositivi più utilizzati al momento e quindi Iphone, Nokia, Android, Windows Phone e Black Berry.

Ma in cosa consiste il servizio reso da WhatsApp e perché è diventato sorvegliato speciale in tema di privacy? L’applicativo dalla WhatsApp Inc. consente di scambiarsi sms, ma anche mms e chattare. Il contatto avviene con gli amici della propria rubrica telefonica anche quando non si è on line grazie al servizio dell’applicazione che resta in memoria. In più, l’app consente di scambiarsi foto e video. L’ampia diffusione di Whatsapp è stata resa possibile anche grazie al download gratuito dal Market di Android, il sistema operativo di Google per smartphone.

Ma non tutto è rosa e fiori. Il Garante della privacy, come abbiamo accennato, ha richiesto alla società americana che fa capo all’applicazione, di fornire tutte le informazioni utili per verificare l’effettivo rispetto della privacy degli utenti, sia dei mittenti dei messaggi sia dei riceventi. I dubbi circa la sicurezza delle informazione che viaggiano nel sistema di messaggeria, sono sorti a seguito di un’indagine condotta in Olanda e Canda secondo la quale è emerso che per poter usare l’applicazione bisogna consentirne l’accesso a tutti i contatti della propria rubrica, anche di quelli che non hanno installato l’applicazione; il che implicherebe un accesso incondizionato ai dati personali di un gran numero di utenti, il tutto a loro insaputa.
I punti sui quali gli uffici del Garante vogliono far chiarezza sono la tipologia di informazioni che vengono raccolti dagli utenti al momento del download dell’applicazione e della condivisione dei file, quali sono i sistemi di raccolta e protezione dei dati sensibili e quali sono gli strumenti di protezione che si intente adottare per evitare che soggetti terzi accedano a tali dati. Altro punto: per quanto tempo i dati degli utenti, e in particolare di quelli italiani, vengono conservati dalla compagnia americana. Un impegno, questo del Garante, volto gestire e limitare gli illeciti nel complesso ambito dei dati in rete. Un mondo sconfinato ma che deve essere necessariamente regolato considerando che sempre più persone ne fanno parte e tra queste, sempre più minori.

In breve, presto Whatsapp Inc.  dovrà sciogliere più di un nodo su questa questione e soprattutto potenziare i servizi; il rischio di essere surclassati da applicaizoni di nuova generazione è sempre dietro l’angolo. In fondo, ogni giorno veniamo a conoscenza di nuove creazioni e nuove idee nel vastissimo e attivissimo mondo d’internet e della comunicazione globalizzata. Un mondo che tra programmi, sistemi operativi e apparecchi elettronici, ha visto non poche giovani vittime. Una delle più eccellenti, la primissima chat di Windows, Messanger, o anche lo stesso Google +, il social del più diffuso motore di ricerca che nonostante il blasone del proprio brand stenta e decollare. WhatsApp, in questo senso, ha non pochi competitor, prima fra tutti skype, ma anche Kakao talk che consente di inviare sms o di telefonare sempre grazie alla rete o anche Yuilop o Viber, sistema che hanno stesse emoticon e stessi servizi. Anche questi, sono molto amati, qui da noi ma soprattutto in Giappone, e sono creati apposta per intrattenere i teenager, vero target di riferimento di queste applicazioni.

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