Napolitano incarica Bersani ma con tanti punti interrogativi

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano alla fine ha preso la decisione più pronosticata ed ovvia affidando l’incarico al candidato premier (Pierluigi Bersani) della coalizione che, seppur per un’inezia, è stata la più votata alle ultime elezioni politiche.

Il Capo dello Stato non ha parlato esplicitamente di mandato esplorativo o a tempo, ma ha sottolineato che un esecutivo di larghe intese, seppur difficili dopo gli ultimi mesi e la fine anticipata del Governo Monti, resta la soluzione più auspicabile almeno per far nascere questo Governo. Il Capo dello Stato ha parlato di fase politica decisiva per il futuro del nostro Paese: ogni soluzione va quindi analizzata con calma, sebbene lui auspichi che Bersani torni a riferirgli il prima possibile le sue considerazioni, dopo gli opportuni incontri che si terranno nei prossimi giorni.

Il Presidente del Consiglio incaricato infatti ha subito visto i neo presidenti di Camera e Senato, Renata Boldrini e Pietro Grasso, mentre domani incontrerà le Parti Sociali: Confindustria, i principali sindacati italiani ed i rappresentanti del terzo settore.

Da lunedì sarà la volta dei partiti: l’idea di una grande coalizione solo per le riforme istituzionali, che si modifichi sulle proposte politiche convince poco, allora torniamo a ripetere quello che tutti sanno da tempo: con il no di Grillo, o Bersani accetta di aprire al Pdl, oppure le possibilità che torni a mani vuote da Napolitano restano elevate.

I prossimi giorni ci diranno più, con l’auspicio che tutto venga deciso in fretta (con la crisi economica dilagante, la sfiducia dei mercati a causa della nostra instabilità politica e la disoccupazione che sale di 500 unità al giorno in Italia, ogni giorno che passa i cittadini vedono peggiorare le proprie condizioni di vita): meglio infatti sarebbe tornare subito alle elezioni, perdendo 2 soli mesi, rispetto ai molti di più che andrebbero in fumo con un Governicchio”, impotente a legiferare i provvedimenti necessari per far fronte almeno ai problemi più urgenti del Paese.

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