Berlusconi, la Cassazione respinge il legittimo sospetto: i processi restano a Milano

La sesta corte penale della Cassazione ha deciso che i processi Ruby e Mediaset che vedono coinvolto Silvio Berlusconi resteranno a Milano: respinta quindi la richiesta di legittimo sospetto presentata dai legali dell’ex presidente del Consiglio. L’udienza si è celebrata oggi dopo il rinvio dello scorso 18 aprile, disposto per il legittimo impedimento degli avvocati Longo e Ghedini, impegnati in Parlamento per l’elezione del Presidente della Repubblica: nella stessa occasione i giudici della Cassazione rifiutarono la richiesta di Berlusconi di essere sentito.

Il leader del Pdl aveva chiesto di trasferire i processi a Brescia dopo una serie di decisioni e atteggiamenti avuti in aula dai giudici: la difesa del Cavaliere ha fatto riferimento ai rifiuti dei legittimi impedimenti, alle visite fiscali disposte quando Berlusconi era ricoverato all’ospedale San Raffaele per un’uveite, ma anche al fitto calendario di udienze (quattro in sette giorni) del processo Ruby e ad alcune affermazioni del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e del presidente del collegio Giulia Turri.

Oggi è arrivata la decisione della Cassazione dopo circa un’ora e mezza di udienza e una breve camera di consiglio: i processi Ruby e Mediaset resteranno quindi a Milano. Per il primo è  fissata una nuova udienza il prossimo 13 maggio: Berlusconi è accusato di concussione e prostituzione minorile. Per il secondo invece, di cui si sta celebrando l’appello dopo la condanna in primo grado a 4 anni, con l’interdizione dai Pubblici uffici per cinque anni, la prossima udienza ci sarà già mercoledì 8 maggio.

In questo dibattimento l’accusa nei confronti dell’ex premier è frode fiscale nell’acquisizione dei diritti tv.

 

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