Rai: no a Miss Italia e Reality show, si punta alla qualità

La qualità nei programmi. Un nobile obiettivo che televisione italiana, sia quella pubblica che privata, ha perso di vista già da tempo, e continua a sacrificarlo giorno dopo giorno in nome di programmi scadenti e di facile presa sul pubblico, in grado di garantire costanti introiti pubblicitari. Ma per la tv di stato sembra essere vicina una svolta.

Ad un anno dall’insediamento, in un’intervista a La Stampa, il nuovo presidente della Rai Anna Maria Tarantola ha tracciato un bilancio sul lavoro svolto finora, le cui novità più importanti hanno riguardato la cancellazione di Miss Italia (che sarà trasmessa da Mediaset o Sky) e L’isola dei Famosi.

«Credo che la Rai, come concessionaria del servizio pubblico in Italia, debba avere una sua distinguibilità, una sua cifra. Penso che una persona, quando accende la Tv, debba capire se sta guardando la Rai o un’altra emittente». La parola chiave è ‘qualità’: «sempre, in tutto: informazione, fiction, intrattenimento», intesa come equilibrio e  correttezza. La sfida della ‘nuova’ Rai insomma sarà quella di creare un modello culturale in grado di conciliare contenuti alti agli ascolti, perciò largo a programmi sullo stile di Roberto Benigni che legge in tv la Costituzione Italiana, no invece alla spettacolarizzazione delle tragedie e al sensazionalismo a tutti i costi. «La rai con i programmi generalisti, debba arrivare a tutti. Deve fare prodotti allettanti, piacevoli, perché se non la si vede non raggiunge l’obiettivo di servizio pubblico. Ma questo non vuol dire che debbano essere volgari». E a proposito delle polemiche sulla bestemmia in diretta durante il matrimonio Valeria Marini, la Tarantola archivia il caso come un “incidente che può capitare”, e aggiunge: «Vorremmo che la donna sia rappresentata in tv in modo diverso, che la fiction sia piu’ contemporanea, racconti storie piu’ realistiche».

Prodotto cardine di questa Rai nazional-popolare orientata alla qualità è l’informazione. «Vorrei un’informazione verificata, con un pluralismo non solo politico, ma di genere, di culture, di territori, di voci», spiega la Tarantola che apre una porta ai grandi ritorni in casa Rai delle star dell’infotainment Michele Santoro, Gad Lerner e Lilli Gruber: «Se ci sono persone in grado di fare approfondimento con elevata qualità e di arrivare con grandi ascolti al pubblico, ben vengano». Un ultima riflessione, il presidente della Rai la riserva agli 11 canali tematici (“abbiamo avviato uno studio e non so se siano necessari davvero tutti”) e all’eventuale aumento del canone per risanare i conti in rosso del 2012: «Non credo che sia politicamente possibile, anche se in Italia è più basso rispetto a Francia, Germania e Inghilterra. Il problema da noi è l’evasione che raggiunge il 27%. Con 500 milioni in più (a tanto ammonta l’evasione), staremmo certo meglio». 

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