Il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri parla il giorno dopo la sentenza del processo Cucchi esprimendo grande solidarietà ai familiari del ragazzo, in particolare alla sorella Ilaria da sempre in prima linea nella ricerca della verità sulla morte di Stefano e annuncia sulle carceri una strategia a 360 gradi entro l’anno, un impegno per migliorare le condizioni di vita dei detenuti reclusi. Queste le parole del ministro: “Sono donna di istituzioni e non mi appartiene dare giudizi sull’operato della magistratura. Alla sorella di Stefano Cucchi posso solo esprimere solidarietà, una grandissima partecipazione perché sono consapevole che quello è un dolore che nessuno ha lenito”.
A parlare è anche Ilaria che ieri era in lacrime durante la lettura delle sentenza. L’ansa riporta oggi questa dichiarazione della ragazza: “Stefano non sarebbe arrivato in ospedale se non fosse stato massacrato. Ma i medici sono anche responsabili e non sono degni di indossare il camice” affermazioni che si riferiscono alle parole del primario Aldo Fierro condannato a due anni, il quale aveva commentato così la sentenza: “Voglio evitare qualsiasi contro polemica. So solo che la colpa è solo nostra, solo dei medici. E meno male che non siamo delinquenti”.
Ricordiamo che la sentenza di ieri ha stabilito la condanna a due anni di reclusione per il primario Aldo Fierro, un anno e quattro mesi ciascuno per i medici Flaminia Bruno, Stefania Corbi, Luigi De Marchis Preite e Silvia Di Carlo. Otto mesi di reclusione, invece, per l’altro medico Rosita Caponnetti per falso in atto pubblico. I tre agenti penitenziari (Antonio Domenici, Nicola Minichini e Corrado Santantonio) sono stati assolti per insufficienza di prove mentre i tre infermieri (Domenico Pepe, Giuseppe Flauto e Elvira Martelli) sono stati assolti con formula piena.
Questa è stata la decisione dei giudici della Corte d’Assise al termine di un lunghissimo processo che ha coinvolto come mai prima d’ora l’opinione pubblica italiana. Con grande dolore della famiglia ma necessarie per comprendere le violenze che Stefano ha subito, furono pubblicate addirittura le foto del corpo del ragazzo deceduto dalle quali si intravedono chiari segni di percosse e un avanzato stato di denutrizione del ragazzo. Immagini che sono rimaste nella mente di molti perché testimoniano una violenza ingiustificata su una persona evidentemente vulnerabile.
Al momento della lettura, nell’Aula bunker di Rebibbia si sono sentite urla e critiche alla decisione dei giudici. Questa di Cucchi è una storia che sicuramente non terminerà con l’archiviazione della sentenza ma porterà avanti un dibattito lungo e particolarmente intenso.