La rivoluzione del fuorigioco

Fuorigioco, si cambia (forse). La circolare numero uno (sarà ufficializzata oggi) lascia già qualche dubbio e qualche rebus sull’interpretazione del fuorigioco che l’Ifab ha dato dopo la riunione di Edimburgo del marzo scorso e che dal primo luglio è in vigore in tutto il mondo.

Ieri è stato argomento di discussione fra gli arbitri radunati a Sportilia e l’organo tecnico. Il vice responsabile del Settore Tecnico Vincenzo Fiorenza, Braschi, Stagnoli e Bazzoli, hanno trasmesso ai 21 arbitri e agli assistenti quanto era stato approfondito il giorno prima a Coverciano, dove era arrivato il responsabile degli arbitri Uefa, Pierluigi Collina.

Come tutti i cambiamenti che ispirano i componenti dell’Ifab, anche questo ha un solo scopo, una sola conseguenza: favorire gli attaccanti e penalizzare i difensori. In pratica, le variazioni più rilevanti riguardano l’interferire con il difensore e il trarre vantaggio da una posizione di fuorigioco, in particolare quando questa viene sanata. Eccetto l’ostruzione della visuale (cosa che riguarda soprattutto i portieri), interferire con l’avversario significa avere con il difendente un contatto di gioco o essere a distanza di gioco da lui. In pratica, se si è a più di un metro, un metro e mezzo, non c’è più interferenza. Ed in caso di deviazione, di giocata del difensore, la posizione viene sanata.

Il punto focale è proprio questo. Perché chi è abituato ai difensori vecchio stampo, grandi marcatori ma poca classe, dovrà cominciare a preoccuparsi. L’altro grande cambiamento sta, infatti, nel trarre vantaggio. In pratica, ogni atto volontario, deliberato, da parte del difendente nel tentativo di prendere il pallone, rimette (salvo le eccezioni sopra descritte) in gioco l’attaccante, a prescindere da come si concluda la giocata stessa. Prima l’arbitro aveva l’obbligo di stabilire se l’intervento fosse da considerarsi una giocata o meno. Adesso non sarà più così. Prima, il passaggio verso un giocatore unico in fuorigioco era sempre punibile, adesso si dovrà aspettare non solo l’eventuale intervento del difensore ma anche il suo effetto.

Ovviamente tutto questo ha un’eccezione. Ovvero, se l’atto volontario compiuto dal difendente sia stata un’azione tesa a salvare un gol (deliberate save). Quindi, sono deliberate save tutte le parate dei portieri ma pure gli interventi dei difensori davanti alla porta anche in presenza del portiere (che ovviamente non sia in grado di intervenire direttamente).

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