Lacoste: geometrica eleganza

New York. La settimana della moda si è appena conclusa. Il fashion system inizia a tirare le prime somme dei trend per la prossima primavera/estate: le forme geometriche si accompagnano a materiali leggeri con tinte decisamente chiare. Non mancano i brand in controtendenza, che non abbandonano del tutto l’immortale black and white, come lo statunitense Ralph Lauren.

Il 7 settembre è stata la volta di Lacoste, che ha presentato la sua nuova collezione sul catwalk newyorkese. La maison francese è decisamente in sintonia con le tendenze generali: linee geometriche e nuance chiare per volumi che si adattano perfettamente al corpo e sembrano tratteggiarlo nei suoi contorni.

I tessuti, dal jersey al cotone spazzolato, sono morbidi e grazie all’iconico petit piqué riescono a rendere perfettamente l’idea di sportswear chic, caposaldo dello stile targato Lacoste. L’organza di nylon attraverso un raffinato trompe l’oeil rende protagonista il corpo, che, con le sue sinuosità artisticamente celate, diviene parte integrante della collezione: il confine tra capo e pelle sfuma in un gioco di candidi colori estivi.

Per lei i sandali in suede naturale si alternano alle classiche scarpe da ginnastica urbane. Borse funzionali e femminili in pelle petit piqué. Per lui sneakers in tinta, che sembrano arrivare direttamente dagli anni ’80, e borse che si allungano per diventare cartelle piatte ed eleganti ventiquattrore.

Linee orizzontali si incontrano con linee verticali creando una sensazione di asettica precisione. Il disegno geometrico sembra ricreare i tratti grafici di un campo da tennis. Dietro però potrebbe nascondersi molto di più.

La linea geometrica disegna precisamente i volumi degli abiti Lacoste, svelando lo scheletro della struttura compositiva, in cui il colore è dato per campiture. Sembra ricordare l’architettura modernista e alcuni capolavori dell’artista olandese Piet Mondrian : una superficie divisa mediante coordinate verticali e orizzontali, dove i singoli scomparti sono variazioni di quantità di luce e qualità di colore.

Il paragone, forse un po’ azzardato, mostra la comune ricerca di una struttura rigorosa in cui inquadrare il reale. In questi tempi dominati da una frenetica confusione, dove i confini tra il reale ed il virtuale, l’autentico e l’inautentico sono sempre più labili, l’uomo sente l’esigenza di giungere all’essenziale e di capire un mondo in perenne trasformazione.

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