Donare è la migliore forma di comunicazione

Lo spot pubblicitario promuove; promuove per conoscere, per apprezzare, auspicabilmente per comprare, se commerciale, fortunatamente per sensibilizzare, se sociale.
La True Move H Corp, società di telecomunicazioni thailandese, ha realizzato e messo in rete uno spot che in 3:03 minuti riesce a parlare alla coscienza. Riesce a farlo con la semplicità di poche scene, neanche così sapientemente girate, la delicatezza di una colonna sonora che accarezza chi la ascolta, e dei dialoghi che ognuno di noi non può far altro che interiorizzare nel proprio intimo, perché veri, forti, ma soprattutto umani.

Una frase accompagna il video che sta circolando su You Tube. Un claim d’effetto, il messaggio che la compagnia vuole far viaggiare con viralità in rete, perchè giunga a tutti con la prepotenza del canale web e la dolcezza del contenuto che porta: “Giving is the best communication“, tradotto “Donare è la migliore forma di comunicazione“.

Presumibilmente la Thailandia è la location. Un bambino ruba degli antidolorifici e viene ripreso dalla donna derubata. Un negoziante accorre e chiede se la madre fosse malata, giustificando il gesto disperato. Il bambino annuisce e l’uomo paga per lui le medicine, aggiungendo una zuppa di verdure per nutrirla. Trent’anni dopo, dopo un nuovo gesto di generosità verso un mendicante, l’uomo cade a terra improvvisamente, forse colpito da un ictus. In ospedale, vegliato dalla figlia, l’uomo rischia di non farcela perché le spese mediche sono troppo onerose. Ma ecco che la generosità mostrata verso il bambino tanti anni prima gli restituisce del bene. Le spese sono miracolosamente pagate. Si sa da chi – il bambino di allora – ma soprattutto si sa da cosa: il bene che lui ha fatto – una zuppa di verdura, un antidolorifico – gli salva la vita. Perchè “chi fa del bene, riceve del bene”, il messaggio da custodire gelosamente al termine dello spot.

Semplicità, quindi, per esprimere profondità. Gli asiatici non sono nuovi nella produzione di messaggi pubblicitari d’impatto, dove si racconta una storia per comunicare e dove il tema sociale è fortemente sentito. Un’operazione di marketing riuscita? certamente la viralità è già stata raggiunta e se il “virus” tocca il cuore, lasciamo che si diffonda.

Non resta nulla da aggiungere. Rimane solo molto da guardare e commuoversi un po’.

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