Jack Nicholson, una vita tra festini e cocaina: ‘Mi ha aiutato ad essere più creativo’

Marc Eliot è l’autore della biografia “Nicholson” – anticipata dal “The National Enquirer” e dal sito di gossip “Radar” – che punterà nuovamente i riflettori sull’attore 76enne dopo il clamore destato dalla notizia di un suo presunto abbandono del grande schermo a causa di problemi di memoria.

Si racconta che Jack Nicholson abbia assunto LSD nel 1967 durante le riprese de “Il serpente di fuoco“, così come mentre girava “Sogni perduti“. Ma anche cocaina e marijuana erano droghe di consumo abituale per l’attore, incluso sul set del film “Easy Rider“, con Peter Fonda e Dennis Hopper. La sua casa di Hollywood era definita “the wildest” (la più selvaggia) per via dei festini a base di sesso e droga, conditi con altri svariati eccessi. Che le donne non mancassero all’attore era fuori discussione, ma la perdizione sembra essere stata l’ingrediente cardine dei suoi anni migliori.

Le esperienze di Jack con la droga sono state fondamentali per i cambiamenti nella sua vita. La prima volta che prese una droga ha creduto di vedere il volto di Dio. Aveva anche fantasie di castrazione, di esperienze omoerotiche, e rivelazioni sul fatto di non essere stato un figlio voluto“, scrive l’autore.

Negli anni ’80 l’autore racconta che Nicholson avrebbe abbandonato le insane abitudini ed il consumo di droga, scosso dalla perdita di alcuni amici, oltre che provato da problemi fisici. Solo sigarette e cohiba pare siano rimasti i suoi vizi negli anni a seguire.

Essere stonato di droghe mi ha aiutato ad essere più creativo nella scrittura… è più facile divertirti mentalmente“, ha dichiarato l’attore che durante le riprese di “Cinque Pezzi Facili” aveva già ammesso di aver fatto uso di stupefacenti.

Nicholson qualche follia l’ha commessa anche nella vita, quindi, non solo nei panni dello squilibrato protagonista di “Shining“.

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