‘David Bowie è’, il libro racconta la rockstar attraverso gli scatti

Misterioso e fugace. In una parola, enigmatico. Forse non tutti ricorderanno lo scienziato Nikola Tesla, interpretato dal poliedrico David Bowie nel premiato film di Nolan del 2006, The Prestige. Di certo sono bastati appena 20 minuti di scena per apprezzare la bravura dell’artista britannico al di fuori del campo musicale.
Ma quegli stessi minuti hanno il merito di evidenziare un altro lato del personaggio/artista:
ci troviamo innanzi ad una figura sfuggente e silenziosa. Caratteristiche quasi paradossali per una rockstar di fama mondiale e di planetario successo.

“David Bowie è” è il titolo del nuovo libro edito da Rizzoli. Una galleria fotografica ben curata graficamente che suggerisce uno sguardo inedito sulla vita di un cantante lontano dalle luci mondane e dai gossip, ma che riesce, nonostante tutto, a far parlare di sé.
In sostanza, un artista dai ‘silenzi assordanti’.

Dal disegno del cappotto Union Jack per la copertina di Eartheling (1997), composto dallo stesso Bowie, allo studio del trucco facciale e della pubblicità per il tour dell’indimenticato Diamond Dogs del 74, passando per una sua istantanea a 10 mesi. Questo solo per iniziare. Testi originali, disegni di costumi di scena, autoritratti provenienti in esclusiva dall’archivio personale di David Bowie.

Nelle 320 pagine curate da Victoria Broackes e Geoffrey Marsh si pone l’ideale prolungamento della mostra estiva londinese dal titolo, non a caso, David Bowie is, capace di attirare più di 300000 visitatori. Ognuno, perciò, cerca a suo modo di capire chi sia e chi si nasconda nel volto della rockstar silenziosa.

L’ opera fotografica è ulteriormente impreziosita dai pareri di numerosi esperti che tentano di approfondire la portata travolgente dello stile dell’artista nella musica, nella moda e nell’arte dagli anni 60 ad oggi.

Assente per la promozione di The Next Day, il disco che ha sancito a Marzo il suo ritorno musicale dopo 10 anni. Presente nella colonna sonora del recentissimo film Rush di Ron Howard con il brano Fame.
David Bowie è esprime forse con la forza delle immagini quanto le parole non riescono a dire.

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