Sale il numero delle vittime dell’attentato a Nairobi: cinquantanove, per ora. Il centro commerciale Westgate Mall, il più frequentato soprattutto dai turisti, è ancora teatro dei terroristi che da ieri stanno tenendo in ostaggio un numero imprecisato di persone, per la Cnn si tratterebbe di trentasei. Le prime testimonianze sono chiare: un blitz con bombe a mano, i boati descritti da quei pochi che sono riusciti a scappare, spari continui. I terroristi, si parla di una decina, hanno rivendicato su twitter il loro atto, gridando al mondo il loro obiettivo: nessun negoziato. La polizia e l’esercito kenyano, hanno circondato l’edificio e isolato solo una parte del centro commerciale, ma a ventiquattr’ore dall’inizio della strage lo stallo sembra piuttosto critico. Duecento i feriti, ma è un numero che nelle prossime ore probabilmente si modificherà.
Di identica natura, terroristica, l’attacco che in Pakistan ha causato la morte di settanta persone, più precisamente a Peshawar, sul sagrato della chiesa anglicana di Khoati Bazaar. I kamikaze avrebbero usato dai sei agli otto chili di esplosivo per colpire i fedeli appena usciti dalla messa domenicale, facendosi esplodere in simultanea non lasciando scampo a chi avrebbe potuto scappare dopo la prima esplosione. I cristiani in Pakistan sono circa il 4% della popolazione e sono in molti a chiedere più protezione e ricordiamo che in questi paesi non essere islamici è considerata blasfemia.
A legare i due attentati, non solo per ferocia e brutalità, il motivo religioso: stando a quanto riportato da alcuni superstiti del centro commerciale di Nairobi, uno degli attentatori avrebbe pronunciato parole molto chiare: “Se siete musulmani alzatevi. Noi siamo venuti a salvarvi”.