I Fantastici Quattro della Nba made in Italy

A meno di trenta giorni dalla prima palla a due stagionale, la National Basketball Association, vanta nella propria mailing list ben 4 portabandiera italiani, divisi per coppie tra le due sponde del fiume Missisippi. Ai lungodegenti Bargnani, passato in estate a New York, Belinelli, assoldato alla corte di coach Pop all’ombra dell’Alamo, e Gallinari, ancora fermo ai box, ma indiscussa prima stella dei nuovi Nuggets di Denver, si è aggiunto il sardo Gigi Datome, reduce da un eccellente Europeo in terra Slovena, reclutato dalla squadra che fu dei Bad Boys negli anni ’90: i Detroit Pistons.

Bargnani sbarca nella Grande Mela dopo stagioni in chiaroscuro nella fredda Toronto: giocatore dalle mani di seta, con 20 e passa punti nelle mani a sera, il Mago, si trova finalmente a far parte di una squadra competitiva per il titolo, o almeno da finale di Conference ad Est. I Knicks si aspettano grandi cose dal centro italiano, contando sul suo apporto fondamentale nel gioco a campo aperto della squadra guidata da Melo Anthony. Laddove il Mago riuscisse a produrre il suo normale quantitativo di punti, e spinto dallo spirito di rivalsa dopo l’aberrante ultima stagione in maglia Raptors, New York potrebbe aver trovato un nuovo idolo, sebbene restino dubbi sulla tenuta mentale del nostro Andrea, poco propenso allo spirito da battaglia del basket NBA.

Belinelli, detto Rocky, vista la sorprendente somiglianza con Stallone, dopo una eccellente post season con i Bulls, approda in quel di San Antonio, scelto dal maestro Greg Popovich. La sua propensione, riscoperta dopo gli anni in maglia Fortitudo Bologna, come possibile stopper difensivo, e catalogato come ottimo sharpshooter oltre la linea dei 7e25, ne fanno una preziosa arma in mano all’ex agente della CIA. Beli dovrà trovare spazio e farsi trovare pronto in ogni singola situazione, perché Coach Pop non fa prigionieri. La fase difensiva, notevolmente migliorata dalla stagione a Chicago, sarà vitale per garantire al giocatore di San Giovanni in Persiceto, minuti di qualità, in un team che per l’ennesima stagione si presenta ai nastri di partenza, ricoperto di scetticismo, visto il chilometraggio delle sue stelle, ma che di sicuro, darà del filo da torcere a tutte le possibili antagoniste alla corsa all’anello.

Saliamo virtualmente verso il Colorado e i 1600 metri d’altitudine del Pepsi Center. Il Gallo, reduce dal traumatico infortunio al ginocchio, che ha precluso a lui ed ai Nuggets un percorso più lungo nei playoff, aspetta con ansia il ritorno in campo. Ad aspettarlo, una squadra rivoltata come un calzino durante l’estate: via il Gm Ujiri; via Coach Karl, nonostante il titolo di miglior allenatore della stagione appena conclusa; via Iguodala, l’uomo indicato lo scorso anno come il tassello mancante per far diventare la squadra da titolo, lasciato partire senza troppi rimpianti verso la Baia di San Francisco ai Golden State Warriors. Roster giovane e tutto da scoprire, che vede l’inserimento di Nate The Great Robinson, preziosissimo ma potenzialmente esplosivo sesto uomo spacca partite, e Randy Foye dai Clippers. La squadra sembra aver perso del potenziale, ma una ben assortita coppia di play come Miller e Lawson, e un buon reparto lunghi con Manimal Faried e il controverso JaVale McGee, potrebbero rivelarsi spalle solide su cui contare da qui al pieno recupero di Gallinari, chiamato alla stagione della consacrazione, indicato dal nuovo coach Brian Show, promosso capo allenatore dopo l’apprendistato ai Lakers e ai Pacers, come la stella di questa giovane squadra. Il recupero dall’infortunio al ginocchio per un giocatore di basket, risulta sempre pericoloso e dai tempi incerti, ma il canto del Gallo tornerà molto presto a ridestare gli animi già di loro caldi dei supporter dei Nuggets.

Ultimo ma solo in ordine d’arrivo in terra statunitense Gigi Datome; il capitano della spedizione azzurra in Slovenia sbarca nella città della Motown da perfetto underdog: sottostimato e svalutato, il giocatore isolano in un recente sondaggio tra quelli che contano nel basket USA, è stato ritenuto uno dei giocatori con meno potenziale presenti ai nastri di partenza della nuova stagione. La versatilità dell’ex Virtus Roma, capace sia di giocare da tre, sia da quattro in un quintetto leggero, farà girare parecchie teste. Una squadra rinnovata, con un ottimo quintetto base che vede il ritorno di Billups e l’arrivo da Atlanta dell’aquila Josh Smith, rende Detroit una forte candidata ad un buon piazzamento ad Est. Ambizioso e caparbio, il nostro Gigi saprà farsi valere nella sua nuova avventura oltre Oceano.

4 cavalli su cui puntare; 4 cavalieri che porteranno in alto la tradizione cestistica italiana in quella che è la Dreamland di qualsiasi appassionato della palla a spicchi.

[foto : www.corriere.it ]

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