Malasanità o malinformazione?

I casi di presunta malasanità sono sempre più frequenti e sempre più fanno scalpore, lasciando sgomenti noi cittadini, eppure non bisogna fermarsi alle prime impressioni e bisogna approfondire il discorso. Quanto c’è di vero e quanto di costruito dai mass media? Ho il dubbio che forse oggi giorno le persone non riescano più ad accettare la Morte come un fatto naturale che in talune circostanze può accadere. Sia chiaro che dove sia provata una colpa grave è giusto che ci sia una sentenza dura e esemplare.

Ho parlato di questo tema spinoso con un giovane medico il Dott. Gaetano La Barba, Ematologo dell’Ospedale Spirito Santo di Pescara.

Si parla sempre più spesso di malasanità, quanto c’è di vero?

Se ci riferiamo a quanto riportato dagli organi d’informazione, c’è davvero poco di vero. È evidente soprattutto quando un episodio lo vivi da vicino e poi lo trovi raccontato sui giornali. Nella migliore delle ipotesi informazione sommaria e incompleta. Oggi le risorse della sanità sono sempre meno consistenti, il personale è di solito sproporzionato rispetto alle utenze, ma nonostante questo la maggior parte degli operatori fa ogni giorno uno sforzo enorme per offrire un servizio di qualità, nessuno racconta ciò che funziona perché mi rendo conto, non fa notizia.

Qual è il ruolo che i media hanno giocato? Forse ci vorrebbe più equilibrio e meno sensazionalismo?

A volte presunti episodi di malasanità sono già dati per tali senza un minimo di buona informazione e si rischia così di creare una malasanità virtuale che non corrisponde al vero, solo per il clamore giornalistico che ne deriva, ma così s’infanga l’operato di professionisti che amano il proprio lavoro e si terrorizzano i cittadini. E’ proprio l’equilibrio che manca. Quando sono raccontate vicende di morti sospette spesso sono sentiti solo i parenti che non possono essere lucidi in un momento di grande dolore, dovrebbero invece essere intervistati dei tecnici, dei medici, per cercare di spiegare cosa è successo, ma questo non avviene mai.

Quali sono le misure e i controlli che tutelano i pazienti?

Questo è un aspetto legale su cui non ho tutte le competenze, ma la legge oggi impone di informare il paziente sia in forma orale sia scritta su tutte le procedure e terapie cui dovrà essere sottoposto, inoltre è richiesto un consenso firmato al paziente o ai tutori legali, in caso di minori, da acquisire solo dopo l’adeguata informazione; consenso che il paziente può revocare in ogni momento. Esistono poi degli organi ufficiali che svolgono controlli di qualità sulle varie unità operative con relative certificazioni.

Se è accertata una colpa, quali sono i provvedimenti che sono presi contro il medico e a tutela dei pazienti?

Un medico responsabile paga in termini civili con risarcimenti e penali così come qualunque altro cittadino. Inoltre esistono provvedimenti disciplinari della Direzione Sanitaria dell’Istituto, dove lavora e dell’ordine professionale che possono arrivare alla sospensione dal servizio e alla radiazione dall’ordine.

Ogni volta che succede un episodio particolare (in particolare quando ci sono minori) scatta la caccia al medico, come si fa a lavorare tranquilli?

Questo è un altro punto essenziale: un atteggiamento inquisitorio da parte dei media e dell’opinione pubblica rischia di condizionare fortemente il lavoro dei medici e di indurli a praticare una sorta di “medicina difensiva” con un effetto paradosso sulla corretta gestione delle patologie e dei pazienti. Inoltre potrebbero esserci ripercussioni anche sull’aumento della spesa pubblica eseguendo indagini costose e inutili, richieste solo per tutelarsi.

Sembra quasi che le persone non accettino più la morte come fenomeno naturale, come la conseguenza di malattie, è cambiato il sentire comune? Perché?

Negli ultimi decenni la guarigione globale dalle malattie è nettamente migliorata. Ad esempio i tumori in età pediatrica guariscono nel 70% dei casi, in alcuni casi si arriva anche al 90%; le percentuali più piccole di pazienti che vanno male, però, pesano mille volte di più dei guariti, di cui nessuno parla mai. Inoltre i trattamenti e le procedure necessarie a raggiungere questi risultati sono gravati da rischi talvolta anche mortali che non possono essere evitati. E questi non sono errori ma dati statistici riportati in letteratura medica.

Perché non si riesce ad accettare che anche i medici possano sbagliare?

Non lo so, forse perché in ballo c’è la vita, che è il bene più prezioso che abbiamo ma l’errore è insito nella natura umana, ognuno di noi ha conosciuto un avvocato, un commercialista, un idraulico o un impiegato che ha commesso degli errori, ovviamente è diverso è questo lo si accetta ma il problema è un altro: la maggior parte dei processi ai medici si conclude con assoluzione per mancanza di responsabilità, quindi spesso si parla di errori prima ancora di accertare i fatti, prima ancora di capire se quella morte o quel danno fosse stato evitabile, i medici non chiedono di non pagare per i loro errori,chiedono solo che venga fatta una buona informazione.

Spero con queste riflessioni di aver fatto riflettere chi spesso giudica senza conoscere a fondo la questione che invece necessita di approfondimento. Chiudo dicendo che è vero che spesso i medici causano la morte ma allo stesso tempo spesso salvano vite e in molti casi non sappiamo nemmeno i nomi di questi eroi.

Gaetano La Barba – Nato nel 1975 a Pescara. Cresciuto a Pescara. Laureato in Medicina nel 2000, specializzato in Ematologia nel 2005, un master in ematologia Pediatrica presso L’Università La Sapienza di Roma nel 2007. Dal 2009 dirigente medico presso il reparto di Ematologia dell’Ospedale Spirito Santo di Pescara, un’esperienza di una anno in un ospedale pugliese, Trani. Legatissimo alla propria Città, alla propria regione e al proprio lavoro. Ama la montagna (abruzzese), il cinema, la tecnologia e la gastronomia.

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