Ho deciso d’istinto, senza nemmeno conoscere bene i miei interlocutori. Un messaggio su Facebook, la richiesta di un pezzo a settimana, come tanti (anche amici) in passato mi avevano proposto. Avevo sempre detto di no, questa volta mi ha convinto la passione di un progetto giovane. Per i giovani. Ho ripensato a quando cominciavo a fare questo mestiere, ormai vent’anni fa, e non me la sono sentita di deludere un gruppo di ragazzi che spera di costruire qualcosa di nuovo e bello, in bocca al lupo di cuore.
Vi parlerò del campionato, il lunedì a colazione con pensieri e riflessioni, appunti sparsi sulla serie A.
È stato il week end dei vecchietti. Non solo Totti, ma anche il solito Di Natale, Toni e mettiamoci pure Cassano che bambino non è più. Messaggi azzurri? Prandelli ha ormai lavorato su un gruppo che prescinde da questi nomi, puntando su Rossi e Balo, Osvaldo e Gila, ma il campionato merita di essere considerato, ci sarà tempo per decidere quali biglietti prenotare per il Brasile.
Voluto all’Inter da Stramaccioni e scaricato da Mazzarri, Cassano guarda adesso da lontano quanto succede in casa Inter. Dove Strama l’anno scorso aveva un punto in più di Mazzarri oggi, ma adesso i nerazzurri sono più squadra e non sarà la pesante (nel punteggio) sconfitta con la super Roma a togliere le prime certezze conquistate in avvio. Dopo la sosta, comunque, Mazzarri dovrà cercare posto a Kovacic e soprattutto rilanciare Milito. Altrimenti l’argentino non potrà mai recuperare il ritmo partita giocando solo pochi spezzoni.
Parlavamo di vecchietti terribili, ma la settima ha confermato anche la presenza di nuovi puledri di razza, per esempio Iturbe. Vederlo giocare è un piacere, a Verona si stropicciano gli occhi. Argentino, cresciuto in Paraguay (poi tenuto nascosto per quasi un anno a Buenos Aires in casa del suo agente Mascardi, pur di scappare dal Cerro Porteno), un sinistro dolce dolce e quella sorprendente resistenza fisica che ne fanno adesso un trequartista moderno. L’abile ds Sogliano poteva prenderlo solo in prestito dal Porto, ma c’è un’opzione per riscattarlo a 15 milioni, magari in tandem con Napoli o Inter che già lo seguivano e vantano ottimi rapporti con l’Hellas. Se invece tornerà in Portogallo, allora ne serviranno 60 di milioni per prenderlo (clausola rescissoria prevista), ecco perché vale la pena trovare il modo per tenerlo qui.
Anche il Genoa ha in casa un profilo niente male, si fa chiamare Fefta perché il suo cognome è impronunciabile. È greco, in allenamento fa il fenomeno, ieri l’ha inserito anche Gasperini -bentornato- che presto troverà il modo di farlo giocare con più continuità. Quella del Genoa è l’unica panchina di A saltata, i nostri presidenti stanno cambiando? Speriamo, nel frattempo rischiano Pioli e Di Francesco, due che a Bologna e Sassuolo erano intoccabili alla fine dello scorso campionato. E che (se non li cacciano prima) si affronteranno dopo la sosta, si salvi chi può. A Bologna pensano a Reja, a Sassuolo Squinzi richiamerebbe anche Pea ma i dirigenti si sono lasciati male e dovrebbe scattare una vera e propria rivoluzione per concretizzare il suo ritorno. Altrimenti Cosmi o Di Carlo, se la svolta si limiterà solo alla panchina. Meglio la riflessione o l’istinto in questi casi? Io ho scelto di pancia, sperando che bloglive non mi esoneri alle prime critiche. Ma, del resto, anche Conte ne ha ricevute quando ieri ha messo Giovinco, no?
[Fotocredits www.calcioweb.eu]