Marvel, una storia di eroi e supereroi

Tutti gli appassionati sanno che il creatore della maggior parte dei supereroi dei fumetti, che ultimamente vediamo sempre più spesso al cinema, è “un uomo” di nome Stan Lee (soprannominato “The Man” appunto). Pochi però sanno che con lui c’era un certo Jack Kirby, o che l’Uomo Ragno è stato co-creato da Steve Dikto oltre che dal buon Stan.

La storia ufficiale racconta di come nel 1939, l’editore Martin Goodman intuì le potenzialità di personaggi come Superman e Batman, che in quel periodo avevano da poco iniziato la loro vita editoriale, e decise di rilevare i diritti di pubblicazione di alcuni personaggi altrettanto “super” ma un po’ meno eroici. Si trattava di Sub-mariner, meglio conosciuti come principe Namor, della Torcia Umana, di Ka-zar e Capitan America.

Questi furono i primi supereroi che la neonata Marvel Comics di Goodman pubblicava, ma che a differenza dei personaggi “duri e puri” della DC Comics (la casa editrice di Superman e Batman, nata qualche anno prima) erano molto più violenti e si muovevano in scenari reali come New York, a differenza di città fittizie come Gotham City o Metropolis dove invece erano ambientate le vicende delle loro controparti DC. Questa prima pennellata di realismo non fu che la punta dell’iceberg di quella che in seguito si sarebbe rivelata come la cifra distintiva dei supereroi Marvel rispetto a tutti gli altri esistiti fino a quel momento, nonché il motivo del loro successo senza precedenti.

La svolta arrivò alla Marvel quando un lontano parente di Goodman, un ragazzo di nome Stanley Lieber, cominciò a lavorare per la “casa delle idee”, altro nome con il quale è conosciuta la casa editrice. Dapprima occupandosi dei lavori più umili, poi cominciando a scrivere le storie dei personaggi, Stanley, che più in là avrebbe assunto lo pseudonimo di Stan Lee, si ritrovò ad essere, in men che non si dica, caporedattore.

stanlee

Quando gli fu affidata la responsabilità di scrivere tutte o quasi le storie che ogni mese dovevano andare in stampa, Stan diede sfogo alla sua genialità, la quale ha condotto la Marvel Comics ad essere oggi la più grande realtà editoriale nel panorama dei comics americani. Insieme a Jack Kirby creò personaggi come l’Uomo Ragno, i Fantastici Quattro, gli X-Men, Devil, Hulk e tanti altri, introducendo un elemento di assoluta innovazione nelle loro storie: la dimensione umana e reale della vita dei supereroi quando tolgono la maschera. Supereroi con “super problemi”, questo era il motto. Ecco che Peter Parker (alias Spider-man) non deve solo affrontare i suoi letali nemici, ma anche l’adolescenza e il liceo, che forse lo spaventano di più. Gli X-Men sono alle prese con il problema del “diverso” e con quello dell’integrazione tra umani e mutanti e così via.

Il libro di Sean Howe, Marvel, una storia di eroi e supereroi (il cui titolo originale è Marvel Comics: The Untold Story), edito in Italia da Panini Comics, parla di tutto questo, ma anche di qualcos’altro. Howe, attraverso più di cento interviste con persone che hanno lavorato per la Marvel o che ci lavorano ancora, ci svela i retroscena, i meriti e i demeriti, le luci e le ombre di un’ascesa editoriale che ha portato la propria mitologia dei supereroi a dominare anche il cinema oltre che il fumetto, ma che comunque è una storia di persone.

Un libro che ogni fan dovrebbe avere, la storia dei personaggi e delle persone che a loro hanno dato vita non sempre come in una bella fiaba, ma che come tale può essere raccontata.

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