Il ministro Giovannini commenta i dati Ocse: i choosy bamboccioni ora anche inoccupabili

Dopo la pubblicazione dei dati Ocse, secondo l’opinione del Ministro del Lavoro, gli italiani sarebbero difficili da occupare.
Questo il commento in seguito al posizionamento nella parte bassa della classifica mondiale, che dimostrerebbe secondo il Ministro Giovannini, la carenza culturale e quella scolastica degli italiani in età da lavoro. Se è facile criticare, è di certo difficile ritrattare o chiarire: i social network hanno una velocità incredibile nel diffondere a tappaeto questo tipo di notizie che riguardano i giovani, e va da sé che la rete non abbia apprezzato le cordiali dichiarazioni del Ministro. Poco importa se poi il Ministro puntualizza: “Non ho mai detto che gli italiani non sono occupabili, non mi riferivo né ai giovani né al complesso degli italiani”: la bomba è esplosa.

Stanziare cinquecento milioni di euro non sembra sufficiente quando lo stesso Ministro, dopo aver commentato amaramente i dati, non propone una soluzione concreta così come hanno fatto notare i sindacati, come la Cgil che attraverso le parole del segretario confederale Elena Lattuada, critica : “C’è anche un problema di risorse destinate alla formazione che ancora l’anno scorso sono state sottratte ai fondi professionali per coprire gli ammortizzatori. Colpisce che il ministro oltre a ricordare questa situazione impietosa non suggerisca una soluzione e un percorso da seguire”. Se da un lato le parole di Giovannini si vanno ad aggiungere a quelle di altri ministri che in passato si erano riferiti ai giovani ridicolizzando una situazione imbarazzante, creata negli anni da politiche poco attente all’occupazione giovanile (si parla dei choosy bamboccioni), dall’altro accendono l’attenzione su un’altra situazione mal gestita dalla politica italiana: la Scuola con le sue riforme impossibili da gestire.

I dati raccolti dall’Ocse ci vedono ultimi in fatto di conoscenze di base e penultimi per competenze matematiche (non che la Spagna e la Francia facciano bella figura). La ricerca è stata condotta su centosessantaseimila persone tra i sedici e i sessantacinque anni in ventiquattro Paesi del mondo sviluppato.

Leggere e scrivere, risolvere problemi e utilizzare la tecnologia: le quattro componenti che determinano l’occupabilità e che sono state messe al centro dello studio. Se non si investe sul capitale umano, i risultati sono questi e ciò dimostra che qualcosa non funziona perfettamente nella Scuola italiana come nel sistema di finanziamenti e accessibilità al credito. Le tre chiavi di volta per aprire le porte del mondo del lavoro sono queste: attendiamo risposte e soluzioni concrete, non solo i finanziamenti.

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