Raffaele Abbate ricorda Franco Imposimato nel trentennale del suo omicidio [Intervista]

L’11 ottobre del 1983, mentre tornava alla sua casa di Maddaloni in compagnia della moglie e del suo cane, Franco Imposimato fu ucciso con 11 colpi di mitra. Inizialmente si pensò ad un omicidio delle BR, a causa della sua attività di sindacalista della CGIL. Solo nel 2000, grazie al processo Spartacus, si accerto’ la verità. Il suo omicidio brutale fu una ritorsione nei confronti dell’allora giudice istruttore, Ferdinando Imposimato, che stava assestando duri colpi alla malavita. Non potendo colpirlo personalmente, Pippo Calò, considerato il cassiere di Cosa Nostra, ordinò ai casalesi di uccidere l’amato fratello del giudice.

A distanza di 30 anni dalla sua esecuzione, abbiamo intervistato un suo compagno di università, lo scrittore Raffaele Abbate. Lo abbiamo incontrato nella sua stanza, immerso tra i libri, tra i quali il suo amato racconto Canapa e quelli dello scrittore napoletano Giuseppe Marotta, in quanto domani interverrà al Marotta Mob, un evento organizzato dal giornalista del Mattino, Pietro Treccagnoli, in occasione dei 50 anni dalla scomparsa dell’indimenticato autore napoletano.

Questi i ricordi di Raffaele Abbate dell’amico Franco Imposimato: “Ho conosciuto Franco nel 1963 ai seminari di diritto privato all’Università Federico II di Napoli. Era un ragazzo grande e grosso, che entrava a stento nei piccoli banchetti, quasi da asilo, che avevamo a disposizione in quei bugigattoli, che allora erano le aule della Federico II. Aveva un vocione, tipico dei contadini della sua zona, Maddaloni, e durante le discussioni sovrastava tutti. Tra noi si instaurò un bel rapporto, al punto che mi invitava spesso a casa sua. Lì non si faceva altro che parlare di Ferdinando, che era diventato magistrato e aveva riempito di orgoglio tutti. Franco non si sentiva alla sua altezza e trovava rifugio nella pittura. Era davvero molto bravo, tanto che dopo qualche anno si trasferì in Sudafrica per frequentare una scuola di indirizzo artistico, specializzandosi in cartellonistica. Quando lessi del suo assassinio provai un forte dolore, perché Francesco era un ragazzo d’oro e semplice, che non meritava di fare quella fine”.

Oggi il suo paese di origine, Maddaloni, ricorda Franco Imposimato in occasione del trentennale della sua scomparsa. Infatti, il Comune e le associazioni A.C.T.A.M. e A.N.M.I.G, assieme al locale presidio di Libera, hanno organizzato per venerdì 11 ottobre la giornata “In ricordo di Franco Imposimato”. Quello che si vorrà celebrare nella giornata di venerdì, sarà soprattutto la fantasia, la creatività e l’arte di un “innamorato” della sua Maddaloni quale era Franco Imposimato, autore di pregevoli ritratti degli angoli più belli della Città.

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