Sacra Sindone: la rinascita di Torino

Era la sera dell’11 aprile del 1997 quando, poco prima della mezzanotte, la Cappella della Cattedrale di Torino, la famosa Cupola della Sacra Sindone, prese fuoco per motivi ancora incerti. Le fiamme distrussero la costruzione seicentesca progettata da Guarino Guarini, frate teatino e architetto di stile barocco. Proprio sotto quella Cupola era conservata la Sacra Sindone, il lenzuolo funerario di lino che rappresenta il telo usato per avvolgere il corpo di Gesù nel Sepolcro. Fortunatamente però l’incendio non interessò la Sindone in quanto, per consentire i lavori di restauro, era stata spostata in un altro punto della Cattedrale.

Ebbene, la notizia che gli abitanti di Torino e i fedeli provenienti da tutto il mondo aspettavano ma non si aspettavano finalmente è arrivata e a pronunciarla è stato il Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, Mario Turetta, in visita presso il cantiere assieme all’arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia: “«Abbiamo smentito i profeti di sventura secondo cui la sostituzione dei conci era impossibile perché avrebbe causato crolli. Ora ci avviamo alla conclusione dei lavori“, sono state le parole del Direttore Turetta.

Si prevede per marzo 2014 infatti la fine dei lavori, costati circa 8,7 milioni di euro. Sarebbe un’occasione d’oro per una possibile ostensione della Sacra Sindone nel 2015, alla riapertura della Cappella ma “e’ una decisione che va presa con ponderazione” ha affermato l’Arcivescovo in visita, “è una decisione che dipende anche dalla Santa Sede, forzare può essere controproducente“. Sicuramente significherebbe una rinascita per la città di Torino, una data da non dimenticare, in quanto, lo ricordiamo, nello stesso anno ricorrerà il bicentenario della nascita di don Bosco, santo che ha un significato profondo per il capoluogo piemontese, il prete che scese per le strade tra i giovani disagiati della Torino dell’ottocento.

Poi c’è la possibile visita del Papa dei poveri. Il pontefice argentino Bergoglio infatti, date le sue origini piemontesi, ha espresso più volte il desiderio di recarsi nella città della Mole Antonelliana.

Insomma, Torino si prepara a risorgere e con lei la Cappella del Guarini.

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