No Curves, l’artista del nastro adesivo arriva a Prato

Il 12 ottobre sarà di scena a Prato in occasione dell’inaugurazione del Tribeca Factory, uno studio di progettazione e di interior design sorto all’interno di una ex fabbrica poi completamente ristrutturata, l’artista meglio conosciuto con lo pseudonimo di No Curves.

Gli strumenti del suo lavoro sono essenzialmente due: forbici e nastro adesivo e un bel po’ di creatività. Uno stile unico caratterizzato, così come suggerisce il suo nome, dalla totale assenza di linee curve. Nella sua proficua carriera ha “esposto” le sue opere su ogni genere di superficie: muri, strade, cartelloni pubblicitari, gallerie.

Ma chi è veramente No Curves? Un amante della linea, come lui stesso si definisce. Una linea intesa come percorso, come grafica e, perché no, come poesia. È sempre lui che racconta le sue origini: “Provenendo dall’ambiente della grafica e dell’illustrazione, la semplificazione della linea è per me una forma di ossessione, un elemento fondamentale della mia estetica. E, in un certo senso, una ricerca di pulizia, di arrivare alla sintesi prima della rappresentazione. Se vuoi è quasi in percorso di astrazione, per quanto io non cerchi in realtà, come ben si deduce dai miei lavori, l’astrazione nella sua dimensione più consueta ma, piuttosto, una sintesi geometrica“.

Inoltre, la sua innata dote è stata oggetto dell’interessamento di famosi brand internazionali quali Adidas, Smart, Converse & Footlocker, Rolling Stone Magazine, Vogue con cui ha stretto delle proficue collaborazioni. Suo sponsor ufficiale è Tesa, leader mondiale della produzione di nastro adesivo.

A Prato, all’interno del Tribeca Factory, No Curves delizierà gli spettatori con una dimostrazione live della sua arte, creando opere di Tape Art, di cui è definito il fondatore incontrastato, composte da linee spezzate e forme geometriche. In Italia è di certo uno dei primi artisti ad esprimersi attraverso il nastro adesivo, incontrando non poche difficoltà, come lui stesso afferma “Mi sono confrontato con l’ambiente più prossimo alle esperienze di street art, dove questo tipo di tecnica non veniva capita o veniva sottovalutata“.

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